Fifa, aids e sponsor
guerra al preservativo
Distribuiti clandestinamente nei bagni degli stadi al Ministero della Salute migliaia di profilattici per la sensibilizzazione al problema "dell'amore sicuro". Iniziativa boicottata da Blatter
dall'inviato ANDREA SORRENTINOIl preservativo 'incriminato'
POLOKWANE - Manca un'ora a Francia-Messico. Tribuna dello stadio Peter Mokaba, zona toilette. Maschile. Pedro è un giovane tifoso messicano, di quelli classici, tutto avvolto nella bandiera e il sombrero sulle spalle. Si sciacqua le mani nel lavandino, poi chiude il rubinetto, guarda lì a fianco in cerca della carta per asciugarsi. Su un lato del lavandino c'è un pacco di cartone azzurro. Dentro il pacco, una ventina di pacchettini più piccoli, pure di colore azzurro. Pedro li scambia per confezioni di fazzoletti di carta, ne prende uno, lo scarta... e non trova kleenex, ma condoms, insomma profilattici. Sorpresa. Il giovane messicano è timorato di Dio come tanti messicani ed è parecchio in imbarazzo, arrossisce. Siyabonga, il volontario di turno nella toilette, ride di gusto: "Non ne hai bisogno, amico? Non hai una fidanzata?", ma il messicano non parla granché inglese, capisce e non capisce, di sicuro è molto sorpreso, più che rosso ora il suo viso è viola .
Un'occhiata più attenta al pacchetto di condoms rivela tutto. La marca è "Choice", in una scritta in alto si specifica che il prodotto è di una qualità eccellente secondo gli standard internazionali, un'altra che i condoms proteggono dall'Aids e dalle gravidanze indesiderate. In più c'è il numero verde da chiamare per la "Aids helpline", poi il marchio del ministero della Salute sudafricano. Sul retro del pacchetto, sei illustrazioni ben visibili, inchiostro nero in campo giallo, specificano le modalità d'uso, insomma come aprire il pacchetto, come estrarre il prodotto, come e dove sistemarlo (occhio a non compiere errori fatali), come usarlo (nell'illustrazione numero 5 c'è disegnata una mora dalle lunghe chiome sciolte), infine anche cosa farne alla fine della questione, cioè buttarlo nel secchio. Il pacchetto contiene dieci condoms, tutti con data di scadenza: settembre 2014. C'è tempo, per amare.
Si tratta dei preservativi che il ministero della Salute del Sudafrica sta distribuendo nelle città sede del Mondiale. Ma con molte difficoltà, perché i principali ostacoli arrivano, al solito dai signori della Fifa. Il Sudafrica ha il record di malati di Aids nel mondo: le stime parlano di 5,7 milioni di persone (praticamente un adulto su cinque), con 1400 nuovi malati al giorno. Di fatto, una piaga sociale gravissima. Acuita da disinformazione e ignoranza, spesso divulgate dagli stessi vertici del paese. E' celebre la terribile frase di Jacob Zuma, il discusso presidente della Repubblica: "L'Aids? Non è un gran problema. Dopo l'amore, mi faccio una doccia e ogni pericolo scompare". Il ministero della Salute si è accordato con una azienda cinese, che ha prodotto milioni di pacchetti di condoms "Choice", e ha iniziato a distribuirli gratuitamente nelle città che ospitano il Mondiale. Solo che finché circolano negli alberghi, nei bar o nelle toilette dei locali notturni, nessun problema. Il problema riguarda la distribuzione negli stadi: la Fifa ha detto no, e pochi giorni prima del Mondiale. I giornali ne hanno parlato parecchio, sono stati scritti articoli pieni di indignazione. Il motivo del divieto sono le solite beghe sui marchi e sulla protezione dei marchi dei propri sponsor da parte della Fifa, le stesse che hanno portato, giorni fa, al grottesco arresto delle sexy tifose olandese che pubblicizzavano allo stadio una marca di birra. Ma un conto è l'alcol, un conto è la salute pubblica.
La Fifa ha detto no, poi di fronte all'insorgere delle associazioni umanitarie di mezza Africa ha fatto retromarcia: "Siamo favorevoli alla distribuzione dei preservativi, ci mancherebbe. La Fifa promuoverà una campagna di informazione sui pericoli dell'Aids nelle aree di servizio per i tifosi". Per ora, di campagne di informazione se ne sono viste e ascoltate ben poche. E la distribuzione negli stadi, di fatto, non è avvenuta, e di sicuro non all'interno degli impianti. Nei bagni della tribuna di Polokwane li abbiamo visti per la prima volta. Quindi il fronte è stato rotto, una crepa si è aperta, magari altre ne seguiranno. E che crepa. Un'ora prima della partita i pacchi di condoms "Choice" erano migliaia, ordinatamente allineati nei bagni maschili (e anche femminili, ovviamente) delle tribune e delle curve dello stadio Peter Mokaba. Mezz'ora dopo la fine abbiamo fatto un sopralluogo: le scatole che contenevano le confezioni c'erano ancora. Ma erano tutte vuote. Si vede che dopo Francia-Messico, come recitava quella famosa pubblicità del brandy, i messicani hanno festeggiato la vittoria della squadra del cuore, mentre i francesi si sono consolati per la sconfitta della propria. Niente brandy però, solo tanto amore. Sicuro, e gratuito.
Un'occhiata più attenta al pacchetto di condoms rivela tutto. La marca è "Choice", in una scritta in alto si specifica che il prodotto è di una qualità eccellente secondo gli standard internazionali, un'altra che i condoms proteggono dall'Aids e dalle gravidanze indesiderate. In più c'è il numero verde da chiamare per la "Aids helpline", poi il marchio del ministero della Salute sudafricano. Sul retro del pacchetto, sei illustrazioni ben visibili, inchiostro nero in campo giallo, specificano le modalità d'uso, insomma come aprire il pacchetto, come estrarre il prodotto, come e dove sistemarlo (occhio a non compiere errori fatali), come usarlo (nell'illustrazione numero 5 c'è disegnata una mora dalle lunghe chiome sciolte), infine anche cosa farne alla fine della questione, cioè buttarlo nel secchio. Il pacchetto contiene dieci condoms, tutti con data di scadenza: settembre 2014. C'è tempo, per amare.
Si tratta dei preservativi che il ministero della Salute del Sudafrica sta distribuendo nelle città sede del Mondiale. Ma con molte difficoltà, perché i principali ostacoli arrivano, al solito dai signori della Fifa. Il Sudafrica ha il record di malati di Aids nel mondo: le stime parlano di 5,7 milioni di persone (praticamente un adulto su cinque), con 1400 nuovi malati al giorno. Di fatto, una piaga sociale gravissima. Acuita da disinformazione e ignoranza, spesso divulgate dagli stessi vertici del paese. E' celebre la terribile frase di Jacob Zuma, il discusso presidente della Repubblica: "L'Aids? Non è un gran problema. Dopo l'amore, mi faccio una doccia e ogni pericolo scompare". Il ministero della Salute si è accordato con una azienda cinese, che ha prodotto milioni di pacchetti di condoms "Choice", e ha iniziato a distribuirli gratuitamente nelle città che ospitano il Mondiale. Solo che finché circolano negli alberghi, nei bar o nelle toilette dei locali notturni, nessun problema. Il problema riguarda la distribuzione negli stadi: la Fifa ha detto no, e pochi giorni prima del Mondiale. I giornali ne hanno parlato parecchio, sono stati scritti articoli pieni di indignazione. Il motivo del divieto sono le solite beghe sui marchi e sulla protezione dei marchi dei propri sponsor da parte della Fifa, le stesse che hanno portato, giorni fa, al grottesco arresto delle sexy tifose olandese che pubblicizzavano allo stadio una marca di birra. Ma un conto è l'alcol, un conto è la salute pubblica.
La Fifa ha detto no, poi di fronte all'insorgere delle associazioni umanitarie di mezza Africa ha fatto retromarcia: "Siamo favorevoli alla distribuzione dei preservativi, ci mancherebbe. La Fifa promuoverà una campagna di informazione sui pericoli dell'Aids nelle aree di servizio per i tifosi". Per ora, di campagne di informazione se ne sono viste e ascoltate ben poche. E la distribuzione negli stadi, di fatto, non è avvenuta, e di sicuro non all'interno degli impianti. Nei bagni della tribuna di Polokwane li abbiamo visti per la prima volta. Quindi il fronte è stato rotto, una crepa si è aperta, magari altre ne seguiranno. E che crepa. Un'ora prima della partita i pacchi di condoms "Choice" erano migliaia, ordinatamente allineati nei bagni maschili (e anche femminili, ovviamente) delle tribune e delle curve dello stadio Peter Mokaba. Mezz'ora dopo la fine abbiamo fatto un sopralluogo: le scatole che contenevano le confezioni c'erano ancora. Ma erano tutte vuote. Si vede che dopo Francia-Messico, come recitava quella famosa pubblicità del brandy, i messicani hanno festeggiato la vittoria della squadra del cuore, mentre i francesi si sono consolati per la sconfitta della propria. Niente brandy però, solo tanto amore. Sicuro, e gratuito.
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