«Ma come si fa a candidare questi perecottari, questi uomini così discutibili!». Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, uomo di teatro di fama internazionale, sbotta commentando con il Riformista la candidatura di Stefano Boeri alle comunali del 2011. «A sinistra stanno commettendo gli stessi errori di cinque anni fa - aggiunge Fo - quando m'impegnai in prima persona con la sinistra e imposero la candidatura di un poliziotto (Bruno Ferrante, ndr) che aveva degli interessi con Salvatore Ligresti».
Come mai questa diffidenza sulla candidatura di un architetto di fama come lui?
Mi dicono, e so, che negli ultimi tempi si è legato a gruppi e situazioni di potere economico molto forti in città, tra cui i soliti immobiliaristi e sostenitori del cemento: non è una cosa accettabile.
Sta parlando dell'amicizia con Ligresti?
Ecco appunto, Ligresti. La stessa cosa accadde con il poliziotto nel 2006. Il giorno dopo le elezioni, Ferrante, diventò dirigente di Impregilo... Mi dica lei se è possibile. Vuol dire che era legato già da prima, che aveva già degli interessi: questi non sono comportamenti seri.
Insomma gli errori si ripetono, secondo lei.
Ma certo! Boeri rappresenta sempre la stessa imposizione da parte del Pd. La mia esperienza nel gruppo della sinistra è stata da brivido. Sul poliziotto continuavano a dire che era una brava persona e poi dopo un po' si è scoperto a quali palazzinari era legato: era una persona discutibile. Fu imposto anche all'epoca agli altri gruppi della sinistra che partecipavano alla corsa elettorale.
Come avrebbero dovuto comportasi i vertici del Pd?
Ma diavolo! Avrebbero dovuto confrontarsi prima con l'elettorato. Avrebbero dovuto fare un'inchiesta approfondita su chi stanno per candidare! Prima si dibatte, se ne parla, poi si prendono delle decisioni. Di questo passo non si va da nessuna parte. Non si può sempre perdere, commettere gli stessi errori e poi chiedere scusa. La metodologia è sempre la stessa.
Preferisce l'avvocato Giuliano Pisapia?
Non è questo il problema. Non siamo a una corsa di cavalli! Stiamo parlando di persone, uomini che devono amministrare la nostra città. C'è bisogno di un confronto con gli elettori e all'interno del partito. I candidati bisogna sceglierli insieme, sennò si rischia di commettere sempre gli stessi errori. Io non lo so dove andremo a finire andando avanti così. Questa sinistra è destinata un'altra volta a perdere.
La candidatura dell'archistar Boeri dà lustro alle primarie, un po' meno al Pd.
Peccato che Dario Fo non abbia speso una parola per Giuliano Pisapia, l'unica figura in grado di dare un segno di discontinuità alla politica immobiliaristica milanese.
La nota stonata di oggi arriva dall'Idv milanese, rappresentato da Giulio Cavalli, che dice di non voler essere inserito in una coalizione allargata fino all'Udc.
Tra le altre cose molti mi segnalano che avremmo dato un aut aut alla coalizione su UDC del tipo: o noi o loro. Falso. Più semplicemente noi non correremo con loro.Ora, capisco che l'Udc a livello nazionale sia pessimo, però a livello comunale è rappresentato da Tabacci, persona opinabile ma che merita rispetto.In ultimo qualcuno avrebbe detto che Italia Dei Valori stia candidando Cavalli. Falso. Più semplicemente Italia Dei Valori a Milano ha deciso le proprie priorità di programma, ha espresso posizioni dai laboratori politici, ha accolto e sposato alcune istanze di movimenti e comitati cittadini e ci metteremo intorno al tavolo con le idee chiare. Mica per parlare di Cavalli. Delle idee, appunto.
La corsa solitaria da parte dell'Idv porterebbe solo all'ennesima giunta di destra e solo perché alcuni politicanti fanno gli schizzinosi.
Per vincere si deve essere compatti e ben amalgamati, fin da subito, quindi senza primedonne in cerca di popolarità, inoltre l'Idv milanese potrebbe benissimo sostenere la candidatura di Giuliano Pisapia.
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