Milano è tempestata di manifesti, elettorali e non, alquanto ambigui o inopportuni.
Goodbye Mama, il lungometraggio di Michelle Bonev, dopo aver vinto un premio farlocco al festival di Venezia, è ora uscito nelle sale cinematografiche. Ci sono manifesti un po' ovunque a Milano di questo film fatto solo grazie all'intercessione di Bondi; chissà se i soldi guadagnati al botteghino basteranno a ripagare almeno questa massiccia campagna pubblicitaria.
In periodo di campagna elettorale se ne vedono di tutti i colori, manifesti abusivi oppure con grafiche sbagliate.
Pochi mesi fa passò una legge proposta dalla Lega che condonò le multe per le affissioni abusive. E proprio la Lega vince il premio dell'abusivo avendo tappezzato la città con i manifesti generici "vota Lega" oppure “Con il federalismo fiscale Milano Capitale”, senza appunto neanche la faccia di un candidato comunale, palesemente abusivi.
Sergio Rizzo, sul Corriere, notava che saranno i Comuni a dover provvedere all’espianto dei manifesti abusivi appiccicati su muri, palizzate ed edifici storici: la bazzecola potrebbe costare da 80 a 100 milioni di euro.
Proprio oggi è stato rintracciato il padre degli orrendi manifesti rossi con gli slogan contro i magistrati; l'idea di poter stampare questi manifesti è stata naturalmente di un candidato comunale pdellino che voleva ingraziarsi il premier. Questi cartelli istigano anche le persone più perbene, purtroppo però staccare i manifesti è reato quindi il gioco non vale la candela.
Ora veniamo alla fantasmagorica campagna elettorale della sciura Arnaboldi in Moratti. La campagna di Letizia Moratti, fotografata da Bob Krieger, è veramente brutta; ci sono slogan prevedibili e di nessun impatto, foto con delle pose forzate, il font usato per i testi è incredibilmente pasticciato. Secondo me gli hanno tirato una clamorosa sòla visto quanto ha speso. Contenta lei.....
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