Un sabato con Letizia…a pagamento | Gad Lerner
Questo articolo è uscito su “Vanity Fair”.
Lo scorso giovedì 7 aprile, alle ore 19,25, è pervenuta a uno studente ventiduenne di mia conoscenza la seguente mail, intitolata “URGENTE! Proposta lavorativa sabato 9 aprile”.
La società organizzatrice di eventi che di solito gli offre lavoretti saltuari come steward o cameriere, stavolta proponeva: “URGENTE! Cerco 100 FIGURANTI per evento sabato 9 aprile presso location al chiuso in via Romagnosi a Milano (zona Duomo). Orario 14,30-17 Compenso 30 euro netti, pagati lunedì 11 aprile tramite bonifico o assegno. Se sei disponibile, fammi sapere al più presto e INVITA A PARTECIPARE QUANTE PIU’ PERSONE POSSIBILE (devono essere tutti maggiorenni, vanno bene amici, parenti, genitori, zii, ecc.)…”. Seguono altre indicazioni pratiche e la firma.
L’idea di guadagnare 30 euro senza troppa fatica ha spinto lo studente a inviare il suo ok. L’indomani gli è giunta la telefonata: “Dovrai partecipare al convegno elettorale di Letizia Moratti. Bada, all’ingresso, di iscriverti fra i partecipanti, non fra gli steward, perché il tuo lavoro consiste solo nel sederti in sala fra il pubblico”. Lui c’è rimasto un po’ male e ha risposto che no, non condividendo la politica della Moratti, rinunciava a quel facile guadagno. Altri amici più spregiudicati, o più bisognosi, hanno obiettato alla sua scelta: “Io ci vado, prendo i soldi e poi non la voto”.
In effetti sabato 9 aprile alla Fondazione Cariplo di via Romagnosi si svolgeva il convegno “Più grande Milano, più grande l’Italia”, in cui la ricandidatura a sindaco di Letizia Moratti veniva supportata da Roberto Formigoni, dal leghista Giorgetti e da una serie di esperti. La sala a anfiteatro, capienza di circa trecento posti, era bella piena. Gli inviati dell’Infedele vi hanno contato più o meno centocinquanta studenti ciellini della Cattolica, una cinquantina di militanti del Pdl e i cento figuranti reclutati a pagamento tramite agenzia. Questi ultimi dichiaravano al nostro microfono di essere venuti per curiosità personale, salvo poi ridacchiare fra loro appena preso posto.
Il mio primo pensiero va ai centocinquanta giovani ciellini convenuti alla manifestazione gratis e per convinzione personale, che rispetto: non è offensivo della loro militanza affiancarli con dei precari mercenari, come se la politica non potesse rinunciare alla falsità del tutto esaurito? Quanto ai cento figuranti pagati 30 euro netti, mi chiedo se fosse proprio necessario fornirgli, oltre a quell’esempio di commedia politica, anche la prescrizione di mentire. Che insegnamento gli resterà, da quel sabato pomeriggio elettorale?
Per Letizia Moratti pagare tremila euro (30 euro per cento figuranti) la certezza di avere un teatro pieno, è un’inezia. Come per voi comprare un pacchetto di sigarette. La sua campagna elettorale costa svariati milioni, e si vede: immortalata in ogni foggia, la sindachessa ci sorride ad ogni angolo di strada, da manifesti semoventi di ottima qualità. Come il volume illustrato che ha fatto recapitare a casa di tutti gli elettori. Del resto, quando suo figlio è incorso nel brutto episodio della “casa di Batman” su cui la magistratura indaga per violazione delle norme edilizie, si è potuta permettere addirittura il beau geste di liberarsene, annunciando che la devolverà in beneficenza. Cosa volete che sia un milione in più o in meno per la prima cittadina di Milano?
Questa storia mi conferma nell’idea che troppi soldi fanno male alla politica. Forniscono, a chi ce li ha, la malsana illusione che la realtà sia sempre e comunque manipolabile.
Scritta apparsa su un muro di Milano: “Non importa chi ha ragione ma a chi conviene darla”.
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