Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

28 febbraio 2011

Afghanistan : quello che non si legge sui giornali

IL NUOVO CAPITALISMO AFGANO
L’industria del rapimento
DI SHANE SMITH, FOTO DI THORNE ANDERSON
Read the rest at Vice Magazine: IL NUOVO CAPITALISMO AFGANO - L’industria del rapimento - Vice Magazine
(...)In questo momento quasi tutti i soldi che fluttuano intorno a Kabul provengono dalle compagnie per cui questi uomini lavorano. Ci sono progetti che godono del supporto governativo—solitamente subappaltati a svariate compagnie di servizi multinazionali—poi ci sono le ONG internazionali e i relativi progetti di sviluppo, e infine un numero imprecisato di organizzazioni umanitarie—e tutta questa gente si sta organizzando per fare shopping in Afghanistan, attingendo da quelli che sembrano forzieri senza fondo. Per mandare avanti i loro progetti benintenzionati, ognuna di queste organizzazioni ha bisogno di factotum incazzati che non tremino al suono delle “chitarre afgane” (note anche come AK-7). Ed è così che questi tizi arrivano a Kabul, accompagnati dai loro Jack Daniel’s del duty free, l’attitudine da cowboy e i bonus per le condizioni di lavoro pericolose.
Il problema è che gli imprenditori afgani hanno capito l’antifona e stanno sfruttando al massimo la situazione. Ai tempi della prima invasione americana, i rapimenti erano rari e principalmente motivati da ragioni politiche. Il riscatto medio era una cifra consistente per molti afgani, 10.000 dollari, niente che le compagnie assicurative non potessero pagare per conto delle ONG e delle agenzie umanitarie. Gli afgani si sono velocemente aggiornati e i rapimenti sono aumentati, così come l’ammontare del riscatto medio—intorno ai 100.000 dollari. Oggi i rapimenti sono all’ordine del giorno—e il riscatto? Un milione e mezzo di dollari, ovvero la cifra massima che una compagnia assicurativa standard può permettersi di pagare. Molti degli uomini che stavano sull’aereo con me erano già stati sequestrati—un ex-marine che era stato preso tre volte raccontava in modo caloroso dell’ospitalità dei carcerieri musulmani. “Non ho mai mangiato del riso pilaf così buono! Ho preso cinque chili!”

Una volta arrivati a Kabul, questi uomini vengono raggiunti dalle loro scorte di sicurezza e dai rispettivi convogli di veicoli armati. Ogni cosa viene gestita come una specie di operazione militare, tutto viene pianificato nel dettaglio. Poi vengono portati alla base, che generalmente è situata in una delle poche case abitabili (e difendibili) in città, e che i locali chiamano “torte” perché a) sembrano delle torte e b) sono state costruite grazie al “brown sugar”, cioè all’eroina—l’unica vera risorsa economica del Paese.
(...)Oggi l’Afghanistan produce la maggior parte degli oppiacei del mondo. È stimato che più del 90 percento dell’oppio mondiale, o dell’eroina grezza, venga prodotto laggiù. Ma vengono prodotti anche un sacco di hashish e marijuana, specialmente nelle province meridionali e orientali che confinano con Pakistan e Iran. Le droghe, in un modo o nell’altro, rappresentano la maggior parte del prodotto interno lordo del Paese. E mentre gli Stati Uniti cercano di ricostruire una nazione in Afghanistan, questa cultura oppiacea è permessa, se non pubblicamente accettata—il che significa, secondo la logica, che se l’America controlla l’Afghanistan (sì, lo controlla), allora l’America non è solamente il più vasto mercato mondiale della droga, ma è anche, e ufficialmente, il più grande spacciatore del pianeta.
A dicembre ho visitato l’abitazione di un famoso signore della guerra, contro il quale il governo americano ha emesso un mandato d’arresto internazionale per la produzione di massicce quantità d’oppio. In questo momento è probabilmente in fuga, ma stranamente due dei suoi vicini di casa sono il Ministro del Tesoro afgano e quello della Sicurezza Interna, quindi teoricamente sotto il controllo diretto degli Stati Uniti. Il quadretto si compone quindi con un signore della guerra che vive accanto alla gente che lo dovrebbe arrestare. Roba che fa riflettere sul livello di ipocrisia della “guerra alla droga” americana.
(...)Quando gli viene chiesto, la maggior parte degli afgani concorda su una sintesi molto popolare: “Quando l’America è venuta per la prima volta in Afghanistan, negli anni Settanta, c’era un solo talebano in tutto il Paese; adesso ce ne sono 50.000 e nel momento in cui se ne andrà ce ne saranno 500.000.” A causa della pessima amministrazione, delle strategie politiche confuse e del continuo supporto al corrotto e odiato governo-fantoccio del Presidente Hamid Karzai, l’America è effettivamente riuscita a creare i talebani dell’Afghanistan. Gli Stati Uniti non hanno fatto altro che garantire che il prossimo regime al governo in Afghanistan sarà proprio quello talebano.
Read the rest at Vice Magazine: IL NUOVO CAPITALISMO AFGANO - L’industria del rapimento - Vice Magazine

27 febbraio 2011

Sgarbi in discoteca manda affanculo Giovanardi



Nel 2004, Vittorio Sgarbi, durante una festa degli "Angels of Love" al Metropolis di Ischitella, manda affanculo Giovanardi; peccato che, a distanza di 6 anni in cui sono state promulgate leggi repressive, ora difenda solo il bunga bunga del premier.

26 febbraio 2011

La genuflessione

Politica Pop - Blog - Repubblica.it di Marco Bracconi
L’enfatico no alle adozioni per i single e alle unioni gay era largamente atteso, e così la calendarizzazione del biotestamento nella versione post-Eluana. Dopo lo scandalo Ruby una genuflessione del premier alle gerarchie vaticane era data per scontata, a dimostrazione di quanto pesi nel discorso pubblico la sua debolezza personale.
Meno attesa la tirata sulla “scuola di Stato”, colpevole secondo il Cavaliere di non educare i ragazzi e, addirittura, di “diffondere idee che non sono quelle che vengono trasmesse in famiglia”.
Qui siamo oltre la genuflessione, per la quale sarebbe bastato un accenno ai sostegni alla scuola privata. Qui siamo nel cuore del Berlusconi-pensiero. Quel cuore che individua lo Stato come nemico, che si chiami magistratura, Consulta o scuola pubblica. E punta a minare ogni forma di autorità tranne la propria.
Con un capo del governo così, ogni cittadino può sentirsi autorizzato a rifiutare il proprio giudice, ogni studente ad attaccare il suo docente, ogni commerciante ad evadere il fisco.
Finché a diffondere i valori resteranno solo Amici, Lele Mora e il Grande Fratello. O, per i più ambiziosi, le cosce di una velina o i vulcani finti nei villoni in Sardegna. Che poi, diciamo la verità, sono pure un po’ cafoni.
“Educare i figli liberamente vuol dire di non esser costretto a mandarli a scuola in una scuola di stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli” Silvio Berlusconi

25 febbraio 2011

Di scandalo in scandalo.

Son tempi strani dove tutto gira alla rovescia.
Dopo il premier che vuole fare causa allo Stato ora abbiamo il prefetto Lombardi (sempre il solito) che vuole far ricorso a se stesso per una multa presa dopo aver posteggiato nello spazio per i disabili.
Sempre a Milano, capitale immorale d'Italia, la sciura Moratti chiede chiarezza nello scandalo affittopoli come se non fosse sindaco da più di 4 anni di questa città.
Nel frattempo arriva il commissario al capezzale del Pio Albergo Trivulzio , sarà super partes ?
Leonardo Salvemini, figlio di Antonio Salvemini preside della scuola "Galileo Galilei" di Laveno Mombello e membro del "Lions Club", dovrà sbrogliare la matassa.
Le referenze ci sono tutte, fedele a Formigoni e figlio di una importante famiglia che decide le sorti politiche di Laveno Mombello, potrà sicuramente individuare colpe e colpevoli di questo scandalo, però solo nel mondo dei sogni........
Intanto, ieri pomeriggio in una piazza della Scala militarizzata, si è svoltò un presidio davanti al Comune che si è concluso con un fragoroso lancio di ortaggi e monetine, giusto per ribadire che la gente non è fessa e che è stufa di questo andazzo.

22 febbraio 2011

Bloccato lo spot del Forum Nucleare. Giurì: è ingannevole!

Bloccato lo spot del Forum Nucleare. Giurì: è ingannevole! | Greenpeace Italia
Lo spot promosso dal Forum Nucleare è ingannevole. Noi lo abbiamo denunciato subito, ma ora al nostro parere si è aggiunto quello del Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha chiesto il blocco della messa in onda dello spot.
Lo spot, trasmesso a dicembre su tutte le televisioni nazionali, usava la metafora della partita a scacchi in cui due opposte visioni si affrontano: una favorevole al nucleare e l'altra contraria.
L'intenzione apparente era quella di promuovere un dibattito aperto e spregiudicato sul tema nucleare. L'inganno reale era invece che lo spot cercava di pilotare un'opinione precisa creando un pregiudizio pronucleare.
Andando a vedere chi erano i finanziatori dell'iniziativa - furbamente non dichiarati all'interno dello spot - si intuisce facilmente a quale mulino lo spot voleva tirare. Tra i soci del Forum Nucleare, ufficialmente un' associazione no-profit, troviamo i nomi noti dell'industria nucleare: Enel, Edf (Électricité de France), Ansaldo Nucleare, E.On Italia... Sono loro ad aver investito i 6 milioni di euro necessari per "stimolare" il dibattito nelle case degli italiani.

21 febbraio 2011

Frattini: un uomo inutile

Raffica d'insulti a Frattini via Twitter dopo questo tweet:
Franco Frattini
LIBIA: NON DOBBIAMO ESPORTARE DEMOCRAZIA MA SOSTENERLA
Il ministro più inutile della storia è qui e vive tra noi, purtroppo.

19 febbraio 2011

Le telefonate di cortesia

I servi di Berlusconi dovrebbero tagliare i fili del telefono delle sue residenze e sequestrargli i cellulari.
Per Berlusconi il telefono è una sorta di zona franca dove può fare e dire tutto quello ciò che vuole.
Ovviamente non è così, nè in Italia nè nel resto del mondo.
Le telefonate di cortesia hanno provocato le inchieste del Rubygate e oggi s'apprende  che anche il Tranigate non è stato archiviato, e anche lì la telefonata fu galeotta.
Le cortesie del Premier non sono proprio opere pie, c'è sempre un abuso di potere o una minaccia.
Non c'è da stupirsi se alle ragazze dell'Orgettina venivano regalate delle macchine di lusso, erano tutte automobili di cortesia come quella che ti dà il meccanico quando la tua ha qualche problema.
Poi c'è anche l'amor cortese, ma non è il caso di B...........

18 febbraio 2011

Il partigiano Pisapia

Giuliano Pisapia torna a parlare per difendersi dall'ennesimo caso che travolge il Pio Albergo Trivulzio.
Nella lista di persone che hanno avuto agevolazioni negli affitti delle case spunta il nome della compagna di Pisapia, Cinzia Sasso.
Dopo la rivelazione della lista partono le accuse e le spiegazioni: l'affitto era stato disdetto da più di 2 anni, la macchina del fango bla bla ecc.
Capisco che per alcuni, la destra in particolare, questa è l'occasione per colpire la campagna elettorale di Giuliano, però obiettivamente questa storia non è niente di trascendentale.
Mi piacerebbe che il nostro candidato sindaco sia più presente in questo periodo fondamentale per intercettare i voti degli astensionisti, quindi che sia più attento ai problemi della città e meno al can-can mediatico.
Dopo la vittora alle primarie si è persa quella spinta, quella voglia di cambiare la città.
C'è stata l'assemblea con Bersani , i ritrovi per la raccolta fondi e altre apparizioni sempre al chiuso. Manca fortemente la presenza in strada.
Mancano i distinguo e le prese di posizioni per la vendita dei mercati comunali al coperto, l'abbattimento degli orti dei pensionati a Lambrate, la chiusura del teatro Smeraldo a causa dell'infinito cantiere per i parcheggi sotterranei (ennesimo flop della giunta Moratti), i privilegi che concede il prefetto Lombardi alle mignotte del premier, il lavoro meticoloso e puntiglioso dei poliziotti che hanno svolto le indagini per il Rubygate.
Insomma, sono tutte cose che portano voti, s'intercettano le persone astensioniste o svogliate o anche schifate dalla politica perché nessuno non dice mai una parola a loro favore.
Poi ci sarebbero questioni più di sinistra, il problema dei decibel nei concerti che si tengono a Milano, i centri sociali che chiudono, i giardini dove si ritrovano i ragazzi che vengono recintati, il registro per le coppie di fatto, la moschea  ecc.
Queste forse sono questioni spinose che portano meno voti ma che vanno comunque discusse.....
Il mio candidato sindaco dev'essere più partigiano e meno salottiero.

17 febbraio 2011

Rubygate: il decreto di 27 pagine che inchioda Berlusconi



L'art. 600bis, co. 2, c.p. configura l'attività di prostituzione consistente nel compimento di atti sessuali in cambio di denaro o di altra utilità economica.
Per atto sessuale deve intendersi ogni condotta che manifesti esteriormente l'istinto sessuale umano tra cui rientrano sia gli atti di congiunzione carnale, in cui vi è compenetrazione dei genitali (ma anche coito anale ed orale) che quelli di semplice libidine, quali la masturbazione, la palpazione, abbracci e carezze.
Il delitto di cui al primo comma, nelle sue diverse configurazioni, si consuma sin dal compimento del primo atto criminoso di induzione o favoreggiamento (per lo sfruttamento si ritiene necessaria la percezione del profitto).
Quanto all'elemento soggettivo, la fattispecie è punibile a titolo di dolo generico. L'età del soggetto passivo rientra nell'oggetto del dolo; conseguentemente, in caso di errore, trattandosi di elemento costitutivo del reato, si applica la disciplina dettata, in generale, dall'art. 47 c.p.
L'art. 600bis, co. 2 c.p. è una fattispecie a carattere sussidiario, in quanto si configura solo ove il fatto non costituisca più grave reato.
Il delitto si consuma con il compimento del primo (pur se unico) atto sessuale.
Quanto all'elemento soggettivo, la fattispecie è punibile a titolo di dolo generico. È sufficiente, pertanto, che l'agente abbia la rappresentazione degli elementi essenziali del fatto (compimento di atti sessuali in corrispettivo di danaro od altra utilità, età minore della vittima, ecc.) e dia impulso alla volontà per commettere il fatto tipico.

 Non per vantarmi,  io scrissi che la procedura d'affido di Ruby era palesemente irregolare fin da subito. Il comunicato di Bruti Liberati -quello dell'ottobre 2010-  era uno specchietto per le allodole, un modo per tenere segrete le indagini già in corso all'epoca.

16 febbraio 2011

Ode a Lampedusa

C'è qualcosa che non torna.
I ministri gridano all'invasione, Maroni dice che è un esodo di proporzioni bibliche, Frattini accusa l'UE di menefreghismo, la pasionaria Maraventano (ex vicesindaco dell'isola di Lampedusa in quota Lega e ora senatrice) tiene la figlia chiusa in casa.
Però i lampedusani sono persone solidali abituate agli sbarchi essendo l'isola da sempre crocevia dei destini dei popoli del mediterraneo, non riescono proprio a incazzarsi con i nuovi immigrati, preferiscono organizzare partite di calcio internazionali che indire proteste; l'unico corteo è stato proprio dei tunisini che ringraziavano l'isola per l'ospitalità.
Anzi, questa situazione, non nuova nell'isola ma con proporzioni mai viste, è l'occasione giusta per portare avanti le istanze decennali di questa splendida isola dove i servizi hanno un costo troppo elevato, infatti c'è uno sciopero dei pescatori causato dal caro gasolio che va avanti da 2 settimane.
La reazione solidale dei lampedusani dev'essere d'insegnamento a tutta quella gente che ha una innata fobia (chiamiamola fobia) verso l'immigrato.
I ministri devono cercare di risolvere la situazione nel migliore dei modi, senza paventare rischi di disordini, i lampedusani sono gente di mare mica polentoni.
Giovanilampedusani.it
Immigrati: Boldrini (Unhcr), dai lampedusani una bella prova di convivenza
"Assistiamo a un grande senso di responsabilita' da parte della cittadinanza di Lampedusa che si sta comportando con gli immigrati tunisini in modo molto naturale e' una bella prova di convivenza". Lo ha detto il portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, Laura Boldrini che questo pomeriggio ha nuovamente visitato il centro di accoglienza di Lampedusa. "La gente qui a Lampedusa sta collaborando -ha aggiunto la Boldrini- anche gli immigrati si stanno comportando bene, anche se ci puo' essere qualche tunisino poco corretto ma questo sta nelle cose".Poi, Laura Boldrini lancia un monito nel dibattito pubblico bisogna evitare i toni allarmistici, l'Italia e' in grado di gestire una situazione del genere". E ricorda che nel 1999 "dal Kosovo sono arrivati 36mila immigrati che hanno tutti fatto domanda d'asilo", anche se "va bene essere sempre all'erta".Per quanto riguarda la situazione del centro di accoglienza, la Boldrini ringrazia gli operatori delle organizzazioni umanitarie come Save the children e l'Oim (Organizzazione internazionale migranti), ma ha voluto ringraziare in particolare "l'imam che si trova al Cie e che ci sta aiutando molto nel lavoro di mediazione con i tunisini veicolando i messaggi. Cosi' e' lui a dire ai giovani tunisini sbarcati a Lampedusa di fare capo al centro di accoglienza, di registrarsi per poi effettuare il trasferimento in altri luoghi".Intanto e' atteso per questa sera al centro di accoglienza il delegato del direttore generale di Frontex, l'Agenzia europea per il controllo delle frontiere.

15 febbraio 2011

Residence degli aranci

Ho visto il residence parecchi anni fa, d'estate. Uno spettacolo.
Sorge in mezzo alla piana di Mineo, bel comune arroccato sulle colline, e salta subito all'occhio il verde del residence che contrasta con il paesaggio brullo e lunare delle colline della zona, d'estate.

Zona d'aranceti curati o incolti, zona economicamente depressa.
Questo residence fu abbandonato nel 2005 dai militari Usa a seguito di un'alluvione, evento raro in quella zona.

Se questa è la soluzione scelta dal governo per risolvere il problema degli sbarchi  tunisini ( e forse in futuro libici ) allora dico che è meglio questo residence completo di tutto (campi da football, palestre, cinema, supermercati ecc.) che uno stadio stile Bari.

Anche la questura festeggia

Repubblica.it
Soddisfazione tra poliziotti volanti Milano 54 –
''Lo sapevo che avevamo ragione noi, meno male: ma non per noi, per la professionalità delle volanti di Milano, per tutti i colleghi''. C'é soddisfazione, in Questura, a Milano, tra i poliziotti che lavorano all'Ufficio prevenzione generale (quelli delle Volanti in turno la notte incriminata) alla notizia del provvedimento di rinvio a giudizio emesso dal gip di Milano Cristina Di Censo in cui i vertici della Questura coinvolti nel rilascio di Karima El Mahroug sono citati come ''parti offese'' nell'ipotesi di reato relativa alla concussione che viene contestata al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Visto che sono stato spesso critico verso i vertici della questura Fatebefratelli riporto questa news passata inosservata.

14 febbraio 2011

Se non ora, quando?

Se non ora, quando? | Giap, la stanza dei bottoni di Wu Ming
Leila KhaledLeila Khaled
Jiang QingJiang Qing
Comandanta Ramona
Anita GaribaldiAnita Garibaldi

Iris VersariIris Versari
Rosa ParksRosa Parks
Angela DavisAngela Davis
Emma GoldmanEmma Goldman
Arundhati RoyArundhati Roy
Marie Olympe de GougesMarie Olympe de Gouges
Isadora DuncanIsadora Duncan
Frida KahloFrida Kahlo
Virginia Woolf
Tina ModottiTina Modotti
Emmeline PankhurstEmmeline Pankhurst
Rosa LuxemburgRosa Luxemburg
Miriam MakebaMiriam Makeba
Claire LacombeClaire Lacombe
Celia SanchezCelia Sanchez Manduley
Teresa NoceTeresa Noce
Rigoberta MenchùRigoberta Menchú Tum
Taslima NasrinTaslima Nasrin

12 febbraio 2011

Tutte le palle del Rubygate

Ruby nipote di Mubarak? Ma chi ci crede? | Trarco Mavaglio | Il Fatto Quotidiano
Ruby nipote di Mubarak? Ma chi ci crede? Nei primi giorni del “Ruby-gate” la presunta parentela della dolce fanciulla con Hosni Mubarak, ormai ex-presidente egiziano (dimessosi poche ore fa), sembrava una bazzeccola, una panzana innocente, una bubbola quasi divertente escogitata dall’estroso Cavaliere. Di primo acchito la reazione comune è stata di questo tenore: “il solito burlone, ‘sto nano ne inventa una più del diavolo”.
Col passare del tempo questo simpatico particolare acquistava sempre maggiore importanza e con il voto della Camera (3 febbraio 2011) la parentela tra Ruby e Mubarak è diventata il punto cruciale del destino processuale per il presunto reato di concussione e vediamo il perché.
La tesi concepita dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere, certificata subito dopo dall’Aula di Montecitorio, è che il premier, quando ha chiamato il capo di Gabinetto della Questura per dare informazioni su Ruby, era convinto fosse la nipote di Mubarak e quindi, nell’esercizio delle sue funzioni da primo ministro, ha così evitato eventuali problemi diplomatici con l’Egitto.
Il sospetto è che questa tesi sia un escamotage per attribuire alla telefonata un connotato ministeriale in modo tale da trasferire la competenza dalla Procura milanese al Tribunale dei Ministri che, come sappiamo, necessita dell’autorizzazione da parte del Parlamento per poter processare il Ministro coinvolto.
Ho montato una sequenza cronologica di video per capire meglio la grottesca ricostruzione dei fatti riguardanti la presunta parentela di Ruby con Mubarak

Primo video

- incontro Mubarak-Berlusconi (19 Maggio 2010)
- esplode lo scandalo Ruby (rassegna stampa Skytg24, 30 Ottobre 2010)
- Sallusti, direttore del Giornale, sulla parentela Mubarak-Ruby (“Porta a porta”, 1 Novembre 2010)
- prime dichiarazioni di Berlusconi sul caso Ruby (“Ballarò”, 2 Novembre 2010)
- Ghedini sulla parentela Mubarak-Ruby (“Annozero”, 4 Novembre 2010)
- Ruby dice di non sapere nulla sulla parentela con Mubarak (RepubblicaTV, 10 Gennaio 2011)
- Ruby nei verbali delle indagini difensive di Ghedini dichiara di aver detto lei di esser parente di Mubarak (“TgLa7″, 25 Gennaio 2011)
- Berlusconi dice di aver parlato con Mubarak della piccola Ruby e assicura che ci sono testimoni di questo dialogo (rassegna stampa Skytg24, 28 Gennaio 2011)



Secondo video
- la notizia della parente di Mubarak è arrivata in Egitto? (RepubblicaTV, 26 Gennaio 2011)
- voto per l’autorizzazione riguardo la perquisizione dell’ufficio Spinelli (3 Febbraio 2011)
- Mario Sechi, direttore del “Tempo”, sulla parentela Ruby-Mubarak (“InOnda” 5 Febbraio 2011)
- Belpietro, direttore di “Libero”, sulla parentela Ruby-Mubarak (“InOnda”, 6 Febbraio 2011)
- sottosegretario Ravetto sulla parentela Ruby-Mubarak (“Ottoemezzo”, 8 Febbraio 2011)
- Ministro Sacconi sulla parentela Ruby-Mubarak (“Ballarò”, 8 Febbraio 2011)
- Berlusconi sul fatto che era convinto fosse la nipote di Mubarak (Conferenza stampa dopo il Consiglio Dei Ministri, 9 Febbraio 2011)



11 febbraio 2011

L'inizio del Rubygate

COMPLOTTO? SE L’È CERCATA! - L’INDAGINE CHE INGUAIA IL CAVALIER POMPETTA NASCE DA SEMPLICI SEGNALAZIONI DI POLIZIOTTI CHE SCOPRONO CHE DOPO LA FAMOSA NOTTE IN QUESTURA, RUBY (ANCORA MINORENNE) NON ERA PIÙ AFFIDATA ALLA MINETTI MA ERA A CASA DELLA PROSTITUTA MICHELLE COINCENCAO - E LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: “MA SE VERAMENTE FOSSE STATA LA NIPOTE DI MUBARAK, DAVVERO SILVIO L’AVREBBE LASCIATA A CASA DI UNA COME LA COINCEICAO?...
Piero Colaprico per "la Repubblica"
Quando i partecipanti delle feste di Arcore seppero che Ruby-Karima stava parlando con i magistrati, cominciarono a tremare. C´è chi pensò persino a un complotto. Ma a portare Ruby davanti ai magistrati Pietro Forno e Antonio Sangermano è stato soprattutto il rispetto delle regole da parte di alcuni poliziotti. Uno di questi è un semplice sovrintendente, Massimiliano R. È il 5 giugno e Ruby, com´è ormai noto a chi segue questa storia, litiga con Michelle Coinceicao, la brasiliana trentenne che è andata a prenderla in questura insieme con Nicole Minetti. Ma che succede, nel condominio di via Villoresi?
Ad Antonino L., assistente capo, Ruby racconta che veniva costretta «ad avere rapporti sessuali con degli uomini, senza precisare ulteriormente il contenuto della suddetta affermazione». Antonino, però, spiega al collega Massimiliano che «la ragazza gli sembrava alquanto confusa». E così, Massimiliano fa quello che deve fare.
Ascoltiamolo: «Io personalmente provai a contattare Nicole Minetti, rilevando il numero di telefono cellulare dall´annotazione di servizio redatta dal personale di pubblica sicurezza che aveva proceduto all´affidamento della minore». Il poliziotto però non riceve risposta dal consigliere regionale.
In «un arco temporale che potrebbe oscillare tra le 8.30 e le 10.30 del mattino per il tramite del centralino della questura di Milano» Massimiliano riprova: «L´utenza risultava raggiungibile, il telefono squillava, ma nessuno rispose. Fu a quel punto che personalmente avvertii il funzionario di turno, la dottoressa Teresa P., la quale venne messa ad integrale conoscenza dei fatti... Presumo che la dottoressa P. abbia a sua volta informato personale della squadra Mobile specializzato per reati di sfruttamento della prostituzione o comunque reati sessuali, atteso che questa è la prassi (...) Fui io personalmente a contattare il sostituto procuratore dei Minori di turno presso la procura della Repubblica dei Minori di Milano».
Ecco, quindi che, superate in dribbling le decisioni della dottoressa Anna Maria Fiorillo, che tante volte se l´è presa per quello che era accaduto dopo la telefonata di Silvio Berlusconi in questura, tornano in campo i magistrati dei minori.
Un semplice sovrintendente trova terreno fertile, la dottoressa Saracino, collega della Fiorillo, «preso atto che Ruby-Karima era stata trovata all´interno di un appartamento con un soggetto maggiorenne non affidatario (...) dispose che la El Mahroug Karima fosse provvisoriamente affidata ai sanitari della De Marchi, dov´era stata portata per le cure mediche, sino a fine degenza».
E volle tutelare Ruby: «Stante la peculiarità del caso, dispose - spiega il poliziotto - che i sanitari della De Marchi fossero avvertiti dagli operanti di polizia che la minore non doveva avere contatti con estranei alla struttura sanitari, e questo evidentemente a tutela della stessa (...) ed ebbe cura di specificare che la minore in alcun modo doveva essere riaffidata a Minetti Nicole».
Il consigliere regionale non è più affidabile, quel 5 giugno, appena otto giorni dopo la notte in cui Ruby venne «esfiltrata» da via Fatebenefratelli. Ora, c´è una domanda che i pm dei Minori si sono fatti: se Ruby fosse la nipote di Mubarak, ma davvero il nostro premier l´avrebbe lasciata a casa di una come Michelle Coinceicao? Non sarebbe stato meglio un hotel a una stella? Il fatto certo però è che Ruby dal 5 giugno non può più essere contattata dal «giro» delle notti del bunga bunga. Sparisce da Milano. Va in comunità a Genova. Dove fa in tempo a vantarsi - così come aveva fatto spesso a Milano - delle sue conoscenze di alto livello, in primis Silvio Berlusconi. Aveva mostrato il numero privato del premier alle ragazze della comunità. Le voci corrono.
Ed è così che i documenti della polizia, le notizie della rissa, le comunicazioni del tribunale dei Minori, le segnalazioni della comunità, confluiscono alla procura di Milano. Dove si sono già presentati i poliziotti del commissariato Monforte, che avevano fermato Ruby e non erano d´accordo con quanto avevano visto in questura. È questa la semplice traiettoria che porta Ruby il 2 luglio a incontrare i magistrati milanesi. In tutto li vedrà quattro volte, sino al 3 agosto.
Back Link: Ruby

09 febbraio 2011

La Moratti dimentica di aver svenduto la fibra ottica

Giuliano Pisapia
Si rimane esterrefatti ad ascoltare le parole del Sindaco sulla fibra ottica milanese.
Sono passati solo quattro anni da quando la Moratti diede il via libera formale alla vendita della fibra ottica perché definita in consiglio comunale “non strategica”.  
 Da quella vendita le casse dell’allora Aem hanno ricavato appena 30 milioni di euro. Oggi chi l’ha comprata la sta rivendendo a cinque volte di più. Queste sono risorse venute meno al bilancio pubblico.  
 L’opposizione si era battuta perché la giunta Moratti non commettesse un simile errore, ma come spesso è avvenuto in questi cinque anni non c’è stato verso di prendere una decisione condivisa per il bene della città

08 febbraio 2011

Il conflitto d'interesse dei fratelli Giovanardi

legalizziamolacanapa.org
Ci sono state segnalate alcune questioni (che definiremmo anomalie o addirittura conflitto di interessi, qualora vengano confermate), relative alle mansioni più o meno istituzionali e alla connessione tra cariche governative e strutture assistenziali, dei gemelli Daniele e Carlo Giovanardi.
Daniele Giovanardi fino al 2002 era a capo della Croce Rossa, che a Roma ha la comunità per il recupero dalle tossicodipendenze di Villa Maraini, poi è passato a dirigere “Le Misericordie”, che proprio nel 2002 ottennero anche la gestione di alcuni Centri di Permanenza Temporanei.
In Emilia, il buon Samaritano Daniele è stato per anni, tra Croce Rossa, Ospedali, pronti soccorso e Misericordie, a strettissimo contatto con le comunità convenzionate.
Ma dopo qualche anno di attività e di lucrosi affari, ai fratelli Giovanardi deve essere sembrato un incubo il calo di soggetti che si rivolgevano alle Comunità, vista la decrescita dei consumi di eroina.
Bisognava trovare nuovi clienti per le quelle strutture, nuovi tossicodipendenti!
Et voilà! “…clienti trovati, basta mettere in mezzo alle fasce da curare, anche i fumatori di cannabis” devono essersi detto i due amabili gemelli …e così probabilmente nacque la geniale idea della 49/06 con la complicità della destra assatanata di vendetta e capeggiata da Gianfranco Fini.
Ora “Le Misericordie” di Daniele si sono specializzate in gestione di comunità per la detenzione e identificazione di immigrati, un’altro bel canale fonte di profitti certi e continui, mentre il fratello Carlo può continuare a difendere gli interessi economici delle comunità di recupero per tossicodipendenti più liberamente, con la incommensurabile gratitudine della Chiesa e dei suoi discutibili collaboratori come Muccioli o Don Gelmini.
In questo panorama abbastanza inquietante il risultato è che il business sull’aumento di fatturato e di clienti per le comunità è un fatto reale, come lo sono i dati del DpA che parlano di “migliaia di tossicodipendenti da cannabis che chiedono trattamento”, dati utilissimi per le attuali campagne terroristiche del Dipartimento Politiche Antidroga.
Ma la verità è che alcuni operatori di Sert e comunità affermano che non saprebbero proprio quale trattamento imporre ai consumatori beccati con cannabis che si ritrovano a dover aiutare nella “disintossicazione”.
L’anno scorso si parlava di terapia antagonista del sistema cannabinoide (Rimonabant) da utilizzarsi come vaccino e “antaxone della cannabis”, poi, per fortuna, dopo i primi casi di suicidio causati da questo farmaco creato come anoressizzante, non se ne parla più.

07 febbraio 2011

El General torna a cantare

Italnews.info
Le lacrime di commozione si mescolano alla gioia non appena “El General”,  il rapper censurato dal regime tunisino le cui canzoni hanno contribuito a suscitare la rivolta che ha scosso tutto il mondo arabo, sale sul palco per la prima volta a Tunisi. Sorridente e fiducioso nella sua giacca oversize  bianca, 21 anni, Hamada Ben Amor canta per la prima volta dinanzi a migliaia di fan la canzone che gli valse il carcere all’inizio di gennaio, non appena scoppiata la rivoluzione. “Viviamo in sofferenza/come cani/Metà della popolazione è oppressa e vive nella miseria/Presidente del Paese/La tua gente è morta!”, dice il testo della canzone più famosa di fronte a centinaia di ragazzi, in mezzo ad un tifo da stadio nel Palazzetto dello Sport.
La canzone, dedicata direttamente al Presidente Zine El Abidine Ben Ali, fuggito in Arabia Saudita il 14 gennaio scorso, era una forma di ribellione senza precedenti contro il vecchio regime e divenne un successo immediato fra le pagine di Facebook. Tra il pubblico, l’attivista Athmouni Atia, 59 anni, scoppia in lacrime. “Parla del dittatore, degli eroi caduti, della rivoluzione” ha detto Athmouni, che ha aiutato ad organizzare le prime proteste contro Ben Ali il mese scorso a Sidi Bouzid, non più anonima città rurale nel centro della Tunisia, ma crogiuolo di libertà. La maggior parte dei ragazzi sono studenti, molti dei quali in berretto da baseball e felpe con cappucci. “Gli artisti rap come “El General” – dicono – “ci hanno incoraggiati a scendere in piazza per le manifestazioni che alla fine hanno cacciato via Ben Ali”. Molti di loro cantano in coro le canzoni che si conoscono solo attraverso Facebook. “Hamada parla della realtà, racconta storie di vita reale. Ecco perché sono state bandite” ha detto un fan diciannovenne, Maissa El Fahem, venuto con un gruppo di amici dopo aver seguito il concerto su internet . “Ascoltiamo le sue canzoni. Le parole hanno toccato davvero la mia anima” dice. Mohammed Marrekchi, 21 anni, uno studente di meccanica in giacca di pelle nera e jeans: “Non è musica per il piacere: è musica con un messaggio vero e proprio.  Ha aiutato la gente ad alzarsi”, dice appena “El General” sale sul palco.
Prima di uscire per il suo emozionante debutto, Ben Amor ha detto: “Ora che il dittatore ha lasciato, posso finalmente respirare”. Il concerto è iniziato presto a causa del coprifuoco notturno, ancora in vigore in Tunisia. Interrogato sui leader che hanno sostituito Ben Ali, il rapper ha dichiarato: “Spero che il nuovo governo lavori nell’interesse del popolo e non per se stesso”. Uno sguardo di incertezza per il futuro del Paese nella sua prima canzone sul palco: “La Tunisia è il nostro paese/Questa gente non si arrenderà mai/Oggi dobbiamo darci una mano/Trovare una soluzione/pacificamente o con il sangue”. 
La fama di Ben Amor è finora in gran parte confinata in Tunisia, ma potrebbe essere destinata ad uscire fuori. Fin dalla caduta di Ben Ali, il 14 gennaio, il suo cellulare ha iniziato a squillare come mai prima, con interessanti proposte da parte di case discografiche straniere. Ha già in programma un concerto in Senegal il mese prossimo, poi ad Atene, poi a Marsiglia e in estate andrà in tour in giro per la Tunisia. Il concerto si è tenuto in occasione di una convention del Partito Democratico Progressista (PDP), un gruppo di opposizione che ora fa parte del nuovo governo.
Mischiando musica e politica,  la folla ha scandito cori contro il veterano Hosni Mubarak, sotto la pressione di proteste senza precedenti. “Mubarak! Mubarak!  L’Arabia Saudita sta aspettando!”. Alla manifestazione è intervenuta anche Mannoubia Bouazizi, la madre del fruttivendolo di 26 anni di Sidi Bouzid la cui autoimmolazione, per protestare contro la persecuzione della polizia, ha dato inizio alla rivoluzione. Piange sul podio: “Che Dio lo benedica! Che Dio lo benedica!”
di Giuseppe Favilla

06 febbraio 2011

Il tesoro di Hosni Mubarak all'estero: 620 miliardi di $

Fonte Wael Abbas via Ezekiel
620 Miliardi di dollari, questo potrebbe essere il patrimonio di Hosni Mubarak all'estero.
Secondo una serie di documenti e bond bancari ( da verificare ), il Raìs avrebbe così defraudato l'Egitto di una ingente somma di denaro con l'aiuto di Sir Peter Squires, ex generale della Raf. Qui e qui i documenti del trasferimento di soldi a nome del generale inglese. Qui  tutti i documenti.

05 febbraio 2011

De Corato demolisce l'orto dei pensionati

Il Comune di Milano dichiara guerra agli orti abusivi che dagli anni Cinquanta a oggi sono sorti fra la sponda del Lambro e via Rizzoli. Le ruspe di Palazzo Marino sono entrate in azione per abbattere recinti e capanni degli attrezzi dei 103 piccoli appezzamenti di terra che anziani pensionati coltivano da decenni. “Noi non facciamo male a nessuno - lamentano i pensionati - coltiviamo i nostri ortaggi, li innaffiamo con acqua piovana raccolta in cisterne e li mangiamo”. Si tratta per lo più di anziani arrivati tanti anni fa dalla Sicilia, dalla Campania e dalla Puglia e trasferitisi nella periferia milanese. I loro orti sono spesso più antichi delle case che li circondano. Sette anziani hanno ottenuto dal giudice il riconoscimento della proprietà del piccolo pezzo di terra che coltivano, visto è scattata l’usucapione. Altri 16 sono in causa. “Non ci fermiamo - ribatte il vicesindaco Riccardo De Corato - quegli orti sono illegali”
Non è la prima volta che succede a Milano; ricordo che mia nonna mi raccontava della demolizione degli orti di Niguarda, dove ora sorge il Novotel, ricordo che mi si strinse il cuore quando mi veniva raccontato dei picchetti degli anziani e delle loro lacrime per quello che oltre a essere un salutare hobby era anche una fonte di risparmio, ricordo che ci fu pure una mezza vittoria dei pensionati che ottennero dei piccoli appezzamenti di terra in zona, di fianco alle rotaie del treno, ricordo che comunque lì c'era la riqualificazione del quartiere con un hotel di fama internazionale.
Cosa è successo invece a Lambrate ?
Niente, uno sfregio ai cittadini, ai pensionati, alla civiltà.
Da quanto ho capito non ci sono in ballo nuove costruzioni o cose del genere. Niente. In nome della legalità si abbatte l'orto dei pensionati, quelli dalla pensione da 500€ in tempo di crisi e con l'inflazione che incalza.
E di quale legalità stiamo parlando ?
Della legalità del più forte verso il più debole visto che addirittura era scattato l'usocapione dei terreni, quindi di cosa stiamo parlando ?
Fanculo De Corato, col cuore ti mando un vaffanculo sincero ed eterno nei secoli dei secoli, la città non dimentica.
P.S. e dove cazzo era il Pd o rifondazione ????

04 febbraio 2011

Il prefetto valletto | Carlo Cornaglia |

Il prefetto valletto | Carlo Cornaglia | Il Fatto Quotidiano

Il brillante curriculum di Gian Valerio Lombardi, prefetto di Milano al tempo dello scandalo Ruby.
La sua apertura verso i rom senza casa, la sua severità nei confronti di straniere di dubbia virtù e amiche di trafficanti di droga, la sua schiena dritta nei confronti del potere. Un prefetto perfetto simbolo dei servitori dello Stato.
Avercene… da trasferire a calci nel sedere nella più sperduta città italiana.

Il prefetto valletto del ducetto

A inchieste triplicate in corso d’anno,
con in ballo gli appalti dell’Expò,
c’è a Milan chi è capace dell’inganno
di dire: “Mafia qui? Certo che no!

Senza mafia Milano è un posto serio,
la città dove il vivere è perfetto,
non fosse per Lombardi Gian Valerio
il qual da più di un lustro n’è il prefetto.

L’insigne servitore dello Stato
i rom dalla città tiene lontano
e infatti con Letizia ha un dì tentato
di fregar quelli di via Triboniano

negandogli gli alloggi popolari,
salvati solo in quanto il tribunale
fermò l’ordine infam dei due compari.
Ma quando una straniera mica male

gli disse: “Sono amica del premier…”,
la ricevette al volo in prefettura,
svelando la natura del lacché:
Parcheggiare qui intorno sarà dura,

entri senza problemi nel cortile…

ed al secondo incontro passò al tu.
Soltanto verso i rom Lombardi è ostile,
non verso gnocche di dubbia virtù

conviventi con trafficanti in droga,
purché ne sia garante il presidente
che nel letame la Nazione affoga.
Il cittadino teledipendente

queste piccole storie non le sa,
ha tutt’altre opinioni dei prefetti
che lo Stato impersonano in città.
E invece…A Silvio, cara, i miei rispetti!

01 febbraio 2011

Berlusconi in fasce: Beast torna a colpire a Milano

Berlusconi in fasce: Beast torna a colpire a Milano | gf-Cultura (cultura.gfpoint.com)

Vi ricordate di Beast, che qualche tempo fa aveva piazzato in giro per Milano dei manifesti pubblicitari dove Berlusconi impersonava John Lennon a fianco di Yoko Ono? In questi giorni questo anomalo artista urbano è tornato a colpire.
La sua nuova incursione si è concentrata questa volta in Largo Cairoli a Milano. La tecnica è sempre quella della guerrilla art, che utlizza gli strumenti dell’advertising e della comunicazione pubblicitaria per fornire una narrazione “altra”. Nel contesto urbano, su un marciapiede, sono stati inseriti dei totem. Protagonista, un Berlusconi in fasce, che abbraccia teneramente un neonato.
Since 1936 (il 1936 è la data di nascita di Mr. B) è il titolo dell’opera, che con un linguaggio tutto particolare, che utilizza il cinismo del linguaggio promozionale, ironizza su anni di scandali pubblici e privilegi privati del premier.
Per saperne di più, ecco il nuovo sito di Beast.
Since 1936 - Berlusconi in fasce: Beast torna a colpire a Milano