Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

11 febbraio 2011

L'inizio del Rubygate

COMPLOTTO? SE L’È CERCATA! - L’INDAGINE CHE INGUAIA IL CAVALIER POMPETTA NASCE DA SEMPLICI SEGNALAZIONI DI POLIZIOTTI CHE SCOPRONO CHE DOPO LA FAMOSA NOTTE IN QUESTURA, RUBY (ANCORA MINORENNE) NON ERA PIÙ AFFIDATA ALLA MINETTI MA ERA A CASA DELLA PROSTITUTA MICHELLE COINCENCAO - E LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: “MA SE VERAMENTE FOSSE STATA LA NIPOTE DI MUBARAK, DAVVERO SILVIO L’AVREBBE LASCIATA A CASA DI UNA COME LA COINCEICAO?...
Piero Colaprico per "la Repubblica"
Quando i partecipanti delle feste di Arcore seppero che Ruby-Karima stava parlando con i magistrati, cominciarono a tremare. C´è chi pensò persino a un complotto. Ma a portare Ruby davanti ai magistrati Pietro Forno e Antonio Sangermano è stato soprattutto il rispetto delle regole da parte di alcuni poliziotti. Uno di questi è un semplice sovrintendente, Massimiliano R. È il 5 giugno e Ruby, com´è ormai noto a chi segue questa storia, litiga con Michelle Coinceicao, la brasiliana trentenne che è andata a prenderla in questura insieme con Nicole Minetti. Ma che succede, nel condominio di via Villoresi?
Ad Antonino L., assistente capo, Ruby racconta che veniva costretta «ad avere rapporti sessuali con degli uomini, senza precisare ulteriormente il contenuto della suddetta affermazione». Antonino, però, spiega al collega Massimiliano che «la ragazza gli sembrava alquanto confusa». E così, Massimiliano fa quello che deve fare.
Ascoltiamolo: «Io personalmente provai a contattare Nicole Minetti, rilevando il numero di telefono cellulare dall´annotazione di servizio redatta dal personale di pubblica sicurezza che aveva proceduto all´affidamento della minore». Il poliziotto però non riceve risposta dal consigliere regionale.
In «un arco temporale che potrebbe oscillare tra le 8.30 e le 10.30 del mattino per il tramite del centralino della questura di Milano» Massimiliano riprova: «L´utenza risultava raggiungibile, il telefono squillava, ma nessuno rispose. Fu a quel punto che personalmente avvertii il funzionario di turno, la dottoressa Teresa P., la quale venne messa ad integrale conoscenza dei fatti... Presumo che la dottoressa P. abbia a sua volta informato personale della squadra Mobile specializzato per reati di sfruttamento della prostituzione o comunque reati sessuali, atteso che questa è la prassi (...) Fui io personalmente a contattare il sostituto procuratore dei Minori di turno presso la procura della Repubblica dei Minori di Milano».
Ecco, quindi che, superate in dribbling le decisioni della dottoressa Anna Maria Fiorillo, che tante volte se l´è presa per quello che era accaduto dopo la telefonata di Silvio Berlusconi in questura, tornano in campo i magistrati dei minori.
Un semplice sovrintendente trova terreno fertile, la dottoressa Saracino, collega della Fiorillo, «preso atto che Ruby-Karima era stata trovata all´interno di un appartamento con un soggetto maggiorenne non affidatario (...) dispose che la El Mahroug Karima fosse provvisoriamente affidata ai sanitari della De Marchi, dov´era stata portata per le cure mediche, sino a fine degenza».
E volle tutelare Ruby: «Stante la peculiarità del caso, dispose - spiega il poliziotto - che i sanitari della De Marchi fossero avvertiti dagli operanti di polizia che la minore non doveva avere contatti con estranei alla struttura sanitari, e questo evidentemente a tutela della stessa (...) ed ebbe cura di specificare che la minore in alcun modo doveva essere riaffidata a Minetti Nicole».
Il consigliere regionale non è più affidabile, quel 5 giugno, appena otto giorni dopo la notte in cui Ruby venne «esfiltrata» da via Fatebenefratelli. Ora, c´è una domanda che i pm dei Minori si sono fatti: se Ruby fosse la nipote di Mubarak, ma davvero il nostro premier l´avrebbe lasciata a casa di una come Michelle Coinceicao? Non sarebbe stato meglio un hotel a una stella? Il fatto certo però è che Ruby dal 5 giugno non può più essere contattata dal «giro» delle notti del bunga bunga. Sparisce da Milano. Va in comunità a Genova. Dove fa in tempo a vantarsi - così come aveva fatto spesso a Milano - delle sue conoscenze di alto livello, in primis Silvio Berlusconi. Aveva mostrato il numero privato del premier alle ragazze della comunità. Le voci corrono.
Ed è così che i documenti della polizia, le notizie della rissa, le comunicazioni del tribunale dei Minori, le segnalazioni della comunità, confluiscono alla procura di Milano. Dove si sono già presentati i poliziotti del commissariato Monforte, che avevano fermato Ruby e non erano d´accordo con quanto avevano visto in questura. È questa la semplice traiettoria che porta Ruby il 2 luglio a incontrare i magistrati milanesi. In tutto li vedrà quattro volte, sino al 3 agosto.
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