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08 febbraio 2011

Il conflitto d'interesse dei fratelli Giovanardi

legalizziamolacanapa.org
Ci sono state segnalate alcune questioni (che definiremmo anomalie o addirittura conflitto di interessi, qualora vengano confermate), relative alle mansioni più o meno istituzionali e alla connessione tra cariche governative e strutture assistenziali, dei gemelli Daniele e Carlo Giovanardi.
Daniele Giovanardi fino al 2002 era a capo della Croce Rossa, che a Roma ha la comunità per il recupero dalle tossicodipendenze di Villa Maraini, poi è passato a dirigere “Le Misericordie”, che proprio nel 2002 ottennero anche la gestione di alcuni Centri di Permanenza Temporanei.
In Emilia, il buon Samaritano Daniele è stato per anni, tra Croce Rossa, Ospedali, pronti soccorso e Misericordie, a strettissimo contatto con le comunità convenzionate.
Ma dopo qualche anno di attività e di lucrosi affari, ai fratelli Giovanardi deve essere sembrato un incubo il calo di soggetti che si rivolgevano alle Comunità, vista la decrescita dei consumi di eroina.
Bisognava trovare nuovi clienti per le quelle strutture, nuovi tossicodipendenti!
Et voilà! “…clienti trovati, basta mettere in mezzo alle fasce da curare, anche i fumatori di cannabis” devono essersi detto i due amabili gemelli …e così probabilmente nacque la geniale idea della 49/06 con la complicità della destra assatanata di vendetta e capeggiata da Gianfranco Fini.
Ora “Le Misericordie” di Daniele si sono specializzate in gestione di comunità per la detenzione e identificazione di immigrati, un’altro bel canale fonte di profitti certi e continui, mentre il fratello Carlo può continuare a difendere gli interessi economici delle comunità di recupero per tossicodipendenti più liberamente, con la incommensurabile gratitudine della Chiesa e dei suoi discutibili collaboratori come Muccioli o Don Gelmini.
In questo panorama abbastanza inquietante il risultato è che il business sull’aumento di fatturato e di clienti per le comunità è un fatto reale, come lo sono i dati del DpA che parlano di “migliaia di tossicodipendenti da cannabis che chiedono trattamento”, dati utilissimi per le attuali campagne terroristiche del Dipartimento Politiche Antidroga.
Ma la verità è che alcuni operatori di Sert e comunità affermano che non saprebbero proprio quale trattamento imporre ai consumatori beccati con cannabis che si ritrovano a dover aiutare nella “disintossicazione”.
L’anno scorso si parlava di terapia antagonista del sistema cannabinoide (Rimonabant) da utilizzarsi come vaccino e “antaxone della cannabis”, poi, per fortuna, dopo i primi casi di suicidio causati da questo farmaco creato come anoressizzante, non se ne parla più.

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