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07 febbraio 2011

El General torna a cantare

Italnews.info
Le lacrime di commozione si mescolano alla gioia non appena “El General”,  il rapper censurato dal regime tunisino le cui canzoni hanno contribuito a suscitare la rivolta che ha scosso tutto il mondo arabo, sale sul palco per la prima volta a Tunisi. Sorridente e fiducioso nella sua giacca oversize  bianca, 21 anni, Hamada Ben Amor canta per la prima volta dinanzi a migliaia di fan la canzone che gli valse il carcere all’inizio di gennaio, non appena scoppiata la rivoluzione. “Viviamo in sofferenza/come cani/Metà della popolazione è oppressa e vive nella miseria/Presidente del Paese/La tua gente è morta!”, dice il testo della canzone più famosa di fronte a centinaia di ragazzi, in mezzo ad un tifo da stadio nel Palazzetto dello Sport.
La canzone, dedicata direttamente al Presidente Zine El Abidine Ben Ali, fuggito in Arabia Saudita il 14 gennaio scorso, era una forma di ribellione senza precedenti contro il vecchio regime e divenne un successo immediato fra le pagine di Facebook. Tra il pubblico, l’attivista Athmouni Atia, 59 anni, scoppia in lacrime. “Parla del dittatore, degli eroi caduti, della rivoluzione” ha detto Athmouni, che ha aiutato ad organizzare le prime proteste contro Ben Ali il mese scorso a Sidi Bouzid, non più anonima città rurale nel centro della Tunisia, ma crogiuolo di libertà. La maggior parte dei ragazzi sono studenti, molti dei quali in berretto da baseball e felpe con cappucci. “Gli artisti rap come “El General” – dicono – “ci hanno incoraggiati a scendere in piazza per le manifestazioni che alla fine hanno cacciato via Ben Ali”. Molti di loro cantano in coro le canzoni che si conoscono solo attraverso Facebook. “Hamada parla della realtà, racconta storie di vita reale. Ecco perché sono state bandite” ha detto un fan diciannovenne, Maissa El Fahem, venuto con un gruppo di amici dopo aver seguito il concerto su internet . “Ascoltiamo le sue canzoni. Le parole hanno toccato davvero la mia anima” dice. Mohammed Marrekchi, 21 anni, uno studente di meccanica in giacca di pelle nera e jeans: “Non è musica per il piacere: è musica con un messaggio vero e proprio.  Ha aiutato la gente ad alzarsi”, dice appena “El General” sale sul palco.
Prima di uscire per il suo emozionante debutto, Ben Amor ha detto: “Ora che il dittatore ha lasciato, posso finalmente respirare”. Il concerto è iniziato presto a causa del coprifuoco notturno, ancora in vigore in Tunisia. Interrogato sui leader che hanno sostituito Ben Ali, il rapper ha dichiarato: “Spero che il nuovo governo lavori nell’interesse del popolo e non per se stesso”. Uno sguardo di incertezza per il futuro del Paese nella sua prima canzone sul palco: “La Tunisia è il nostro paese/Questa gente non si arrenderà mai/Oggi dobbiamo darci una mano/Trovare una soluzione/pacificamente o con il sangue”. 
La fama di Ben Amor è finora in gran parte confinata in Tunisia, ma potrebbe essere destinata ad uscire fuori. Fin dalla caduta di Ben Ali, il 14 gennaio, il suo cellulare ha iniziato a squillare come mai prima, con interessanti proposte da parte di case discografiche straniere. Ha già in programma un concerto in Senegal il mese prossimo, poi ad Atene, poi a Marsiglia e in estate andrà in tour in giro per la Tunisia. Il concerto si è tenuto in occasione di una convention del Partito Democratico Progressista (PDP), un gruppo di opposizione che ora fa parte del nuovo governo.
Mischiando musica e politica,  la folla ha scandito cori contro il veterano Hosni Mubarak, sotto la pressione di proteste senza precedenti. “Mubarak! Mubarak!  L’Arabia Saudita sta aspettando!”. Alla manifestazione è intervenuta anche Mannoubia Bouazizi, la madre del fruttivendolo di 26 anni di Sidi Bouzid la cui autoimmolazione, per protestare contro la persecuzione della polizia, ha dato inizio alla rivoluzione. Piange sul podio: “Che Dio lo benedica! Che Dio lo benedica!”
di Giuseppe Favilla

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