Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

17 giugno 2010

Gialappa's Band epurata da Radio2

PeaceReporter - Parliamo di un amico per dire di altro

"E’ mezzogiorno e mezza, fra poco raggiungo i miei compari su Radio Deejay e più tardi commenteremo la partita su Rtl 102.5".
Per queste parole, dette in diretta su Radio2, Marco Santin, un amico, è stato cacciato. Chiusa la trasmissione da un giorno con l'altro, una decina di persone a casa. E persino una richiesta di danni da parte della Radio di Stato a Marco.
Potrebbe avere un senso. Marco ha parlato della concorrenza. Ha dato però anche una notizia. E soprattutto prima di lui molti altri, rimanendo sulle frequenze di Radio2, avevano fatto altrettanto.
L'ho sentito stamattina, Marco. Non so come riesca a commentare con i compari della Gialappa's i mondiali facendo finta di essere allegro. E' un professionista. Ma fuori onda è incazzato come un lupo. "Dopo tre anni di impegno, dopo che abbiamo vinto premi, li abbiamo fatti vincere a Radio2, ci buttano tutti fuori da un giorno con l'altro".
La vendetta di un direttore di rete messo lì da questo Governo a cui non andava proprio giù che ci fosse qualcuno nella sua Radio che faceva accendere il cervello ai suoi ascoltatori.
Non sono quelli che parlano a un pubblico già consapevole a dar fastidio. Non è chi parla a chi ha già una coscienza. Sono quelli come Marco e Nicoletta che danno fastidio. Perché non sono faziosi, ma hanno un cervello e lo usano. E lo accendono anche a quelli che li vedono o li ascoltano.
Costruiscono idee, parlano alla gente.
Marco e Nicoletta hanno ospitato tante volte PeaceReporter, che ha detto delle assurdità e dell'orrore della guerra. Hanno fatto diventare la vicenda di Stefano Cucchi un tormentone quotidiano, hanno parlato di cose serie e importanti a tutti: di morti sul lavoro, di precariato dei problemi veri di questo Paese. Facendolo in modo intelligente, facendo pensare anche chi a pensare, purtroppo, non è più abituato. E non perché non ne abbia voglia, ma perché per pensare bisogna sapere. E per sapere qualcuno ti deve dire. E oggi in Italia, a parte quell'esigua minoranza che legge e si informa, non c'è più nessuno che dice altro che non sia: "Se vuoi essere devi spendere, apparire, fatti furbo, fotti il prossimo, non pensare al bene comune, pensa solo a te stesso".
Per questo li hanno chiusi. Hanno messo un bavaglio anche a loro, come a tanti che danno fastidio davvero. Come lo hanno messo ai 20mila aquilani che manifestavano per avere una ricostruzione decente ma che sono spariti dai Tg nazionali.
Nessuno se ne accorge, nessuno dice nulla. La gente non sa, è questo il problema.
Siamo al fascismo? Certo che no, perché mancano la repressione violenta, l'olio di ricino e i manganelli. Ma mancano perché, purtroppo, non ne hanno bisogno.

Maso Notarianni

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