Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

01 ottobre 2010

Valter Lavitola factotum



Valter Lavitola è il factotum di palazzo Grazioli, organizza tutto lui.
Vola in Brasile e organizza feste a base di donne e samba, viaggia per i Caraibi a caccia di scoop con clamoroso anticipo confronto alle altre testate giornalistiche, prende aerei privati a sua insaputa, in centro America è di casa e conosce giornalisti di ogni luogo e quando arriva a Roma alloggia in via Plebiscito. Sticazzi.
Ora, tolto il soggiorno presso palazzo Grazioli, la sua vita merita rispetto; senza conoscere l'inglese e con uno spagnolo stentato è riuscito a farsi aprire tutte le porte che voleva.
Addirittura millanta di avere in tasca il dominus dell'inchiesta ma sostiene di non voler dare seguito alla notizia per paura di subire un mandato internazionale d'arresto...
Chi è veramente il direttore dell'Avanti al centro del caso Montecarlo-Santa Lucia? Massone, grande amico di Cicchitto, procacciatore di ragazze per le feste di Silvio, con molti business in Centro America
Lavitola, chi era costui? Mezza Italia da una settimana si fa questa domanda. Lavitola, indicato dai finiani come il faccendiere che ha brigato per produrre dossier sulla casa di Montecarlo abitata da Giancarlo Tulliani, è l'uomo del momento. Difficile catalogarlo: direttore ed editore dell'"Avanti", imprenditore ittico, nato a Salerno ma residente in Basilicata, iscritto a una Loggia massonica di Napoli (come ha scoperto due anni fa "La voce delle voci") con numero progressivo 13.462, grande amico di Fabrizio Cicchitto e di Sergio De Gregorio, di sicuro in poco più di un anno è riuscito a diventare "il preferito" di Silvio Berlusconi. "Nel cuore del premier", racconta una fonte vicina a Palazzo Chigi, "Lavitola ha sostituito Giampaolo Tarantini in tutto e per tutto.
Insieme passano molte serate a Tor Crescenza", il castello affittato dal presidente del Consiglio, posto fantastico lontano dal centro di Roma e da occhi indiscreti. Valter si vanta della sua amicizia, ma non è un mitomane: è talmente vicino al premier che qualche mese fa alcuni imprenditori friulani, conoscendo la sua passione per la caccia, prima di invitarlo a una battuta si sono premuniti di comprare dei cervi dalla vicina Slovenia, in modo da fargli trovare prede adeguate al suo nuovo rango di favorito del sultano.

Nel cerchio ristretto di Silvio il nome circolava da tempo, accompagnato spesso da smorfie che dissimulano invidia e, soprattutto, preoccupazione. Gianni Letta, Paolo Bonaiuti, Niccolò Ghedini e Valentino Valentini non lo amano troppo, ma Berlusconi, si sa, fa di testa sua. Così il nome di Lavitola spunta per la prima volta a fine giugno, quando il capo del governo è in Brasile in visita di Stato. I giornali locali lo identificano come il "rappresentante della presidenza del Consiglio per Brasile e Panama", e come organizzatore di un festino in onore del Cavaliere. Protagoniste assolute sette ballerine di lap dance. Due mesi e mezzo di silenzio, poi la nuova ribalta a causa delle accuse di Italo Bocchino, (pare) supportate da prove raccolte da un investigatore privato che per conto dei finiani ha fatto una controinchiesta sul campo.
Nessuno sa se il capo di Futuro e Libertà ha in mano documenti schiaccianti sulle attività di dossieraggio di Valter, che ha già annunciato querela. "L'espresso" ha però contattato due autorevoli fonti vicine al Cavaliere, che fanno notare come Lavitola, per sua stessa ammissione, negli ultimi mesi ha viaggiato tra Brasile, Santa Lucia e Panama. Proprio lo staterello dell'istmo sarebbe lo snodo fondamentale della presunta connection. "In Centroamerica Berlusconi e Lavitola arrivano il 30 giugno, il giorno dopo la festa nell'albergo di San Paolo: il premier doveva inaugurare i lavori d'ampliamento del Canale", un affare miliardario dove sono riusciti a entrare anche le italiane Impregilo e Finmeccanica. "Sia Lavitola che Berlusconi conoscono bene il presidente di Panama Ricardo Martinelli", raccontano all'unisono le fonti, che chiedono di rimanere anonime. "Martinelli è un imprenditore italo-panamense che ha fatto i soldi nella grande distribuzione, un conservatore che ha buoni rapporti con il governo della vicina isola di Santa Lucia".

Impossibile dire oggi, chiosano le fonti, "se Lavitola abbia chiesto a Martinelli di fare pressioni sul governo del paradiso fiscale per scrivere la lettera che incastrerebbe Giancarlo Tulliani e Gianfranco Fini, ma nella storia non s'è mai visto un documento così insolito". Come è insolito il comportamento tenuto negli ultimi giorni da Lavitola e dal ministro Francis, autore della nota sull'effettivo beneficiario (che sarebbe Tulliani) delle due società (la Timara e la Printemps) che hanno comprato la casa di Montecarlo: entrambi, parlando di una e-mail di James Walfenzao (il gestore delle società) che avrebbe dato il via all'inchiesta, si sono ingarbugliati sulle date in cui ne sarebbero venuti in possesso. Lavitola prima ha dichiarato di averla avuta a giugno, poi si è corretto e ha parlato di agosto, mentre Francis ha spiegato di avere iniziato l'inchiesta, grazie anche all'e-mail, tra marzo e giugno. Nella missiva, ha scritto proprio Lavitola sull'"Avanti", Walfenzao avrebbe scritto di essere preoccupato per "uno scontro tra Fini e Berlusconi basato sulla proprietà di un immobile": peccato che il caso sia scoppiato molto più tardi, il 28 luglio.

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