Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

26 agosto 2010

Persecuzione di Stato

Oggi, mentre stavo riposando a casa, è suonato il campanello. Sono andata ad aprire stanca per il caldo e per una giornata di lavoro appena terminata. La stanchezza per me è pericolosa perché la stanchezza uccide l’adrenalina e l’adrenalina è quella che ti fa vivere giorno per giorno cercando di dimenticare il fatto che Federico non c’è più.

La stanchezza è la mia vera nemica. e purtroppo sono molto stanca.

Ho aperto la porta e c’erano due ufficiali di polizia che si sono subito qualificati e mi hanno “identificata”. Tanto ormai tutti sanno chi sono.

Ma quando mi identificano capisco che sono sottoposta a procedimento penale, ormai sono esperta in materia per tutte le querele che mi hanno fatto per il solo fatto che mi sono ribellata al silenzio, alla mistificazione, agli insulti e alle intimidazioni. Ho pensato: sarà una delle solite querele che coloro che hanno causato la morte di Federico hanno avuto ed hanno il coraggio di farmi.

Non hanno ancora capito, ho pensato, che queste querele non mi fermano, non mi fanno paura, anzi mi aiutano perché mi fanno tanta rabbia e mi restituiscono quell’adrenalina che sto purtroppo esaurendo e che mi consente di non fare i conti col mio dolore, o quantomeno di avere qualche sconto.

Ma questa era una querela diversa, perchè chi si è preso la briga di denunciarmi è proprio la dottoressa Mariaemanuela Guerra, il pm che ha condotto quelle che io ritengo essere le non-indagini fino all’apertura di questo blog.

In tutta sincerità io ho sempre portato rispetto per il magistrato e per la madre, però non capisco perché lei ce l’abbia tanto con me. Non sono bastate due sentenze, le risultanze di tutte le indagini successivamente fatte dal dott. Proto a farle capire che comunque, sia pure in buona fede, gli errori che sono stati commessi durante la conduzione di quelle prime indagini sono stati contro di me, contro la mia famiglia e contro la verità.

Ora lei mi querela, e immagino che vorrà da me i danni che io le ho causato. In tutta sincerità e con tanta franchezza mi sembra veramente grottesco.

Guardi io proprio non capisco. Avevo appena finito di parlare con Ilaria Cucchi, dalla quale avevo raccolto un accorato sfogo per il fatto di avare letto dalle intercettazioni del suo processo che uno degli imputati anzichè ricredersi, o comunque esprimere dispiacere per la morte di Stefano, lo definiva in una conversazione tossico di merda.Francamente non ci si aspetta, da servitori dello stato, da persone che comunque portano la divisa o hanno un ruolo importante e delicato, una tale mancanza di sensibilità e di violenta ignoranza.

Poi suonano e mi dicono che il primo pm del processo per mio figlio mi ha querelata e vuole da me dei danni. Io non ho mai offeso nessuno ma ho solo preteso verità e senso di responsabilità da coloro che hanno sbagliato.

Il pm vuole da me i danni. Dopo che non si è recata sul posto quella mattina, dopo che non ha sequestrato subito i manganelli rotti, dopo che non ha sequestrato l’autovettura contro la quale si sarebbe fatto male Federico e sulla quale c’era il sangue di mio figlio, dopo tutto ciò adesso vuole da me i danni alla sua immagine.

L’unica cosa positiva è che mi è tornata l’adrenalina per la rabbia di fronte a tutto questo. la rabbia perché si vuole mettere a tacere la verità, la rabbia perché si vuol mettere a tacere coloro che della verità danno prova, la rabbia perché si vuol far tacere coloro che denunciano il sopruso e che protestano in modo civile contro l’ingiustizia.

Finchè dura va bene così. se ho sbagliato pagherò, tanto che cosa volete che mi interessi…
http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/
Patrizia Aldrovandi

Dove sono i garantisti, i giornalisti alla Feltri che cannibalizzano giudici e Pm o gl'ispettori di Alfano ?

1 commento:

roberta ha detto...

Non ho parole per questa ennesima ingiustizia che questa madre è costretta a subire e mi sento anche colpevole perché permetto che uno Stato, il mio Stato, si accanisca su una persona così duramente colpita. Penso che questo magistrato dovrebbe vergognarsi, e anche dimettersi, già soltanto per il gesto che è stato capace di fare nei confronti di questa donna. Sono questi gli uomini e le donne che dovrebbero rappresentare la giustizia? Chi di noi, con un minimo di rettitudine, non dico di coscienza, avrebbe mai querelato e chiesto i danni ad una madre che ha perso il proprio figlio? Che differenza c'è tra questi magistrati e quelli afgani che lapidano le donne e che tanto fanno rabbrividire l'opinione pubblica europea? E' meglio una pietra che ti colpisce uccidendoti, o una gragnola di atti 'giudiziari' che ti colpisce con costanza, mentre attendi di anno in anno che la 'giustizia' faccia il suo corso?
Sono accanto a questa madre, a suo marito, a suo figlio e a tutti quelli che stanno subendo questa tortura. Forza, tanta forza e coraggio, tanto coraggio! Continuate così, non siete soli!