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17 agosto 2010

Caré: Dagospia & Il Fatto Quotidiano

PAN CARé PER FINI - “HO VISTO GIANFRANCO A MONTECARLO. LE TELECAMERE CONFERMERANNO” - Luciano Caré, il secondo testimone chiave scovato a montecarlo dal Giornale della famiglia Berlusconi per incastrare il Fini monegasco non è impressionato dalla smentita di gianmenefrego: “forse ho solo sbagliato data. Ora sono più preciso. Era un week end e ricordo che con Fini parlai di immigrazione"..
Marco Lillo per Il Fatto Quotidiano
Carè, il secondo testimone.
" Ho visto Gianfranco a Montecarlo, le telecamere confermeranno "
Ci voleva un blog per conoscere meglio il secondo testimone chiave scovato dal Giornale della famiglia Berlusconi per incastrare Fini. Mentre l'Italia si stava interrogando ancora sul destino della cucina componibile che aveva fatto perdere le sue tracce al 13esimo chilometro dell'Aurelia, quel diavolo di Vittorio Feltri riaccendeva il faro su Monaco.
Dopo la pistola fumosa, ecco la pistola fumante, sembrava dire l'incipit dell'articolo del 15 agosto di Stefano Filippi: "Luciano Caré è un imprenditore italiano che vive da 13 anni a Monaco dove gestisce una società di import-export ha molti amici nel Principato, tra cui un vicino di Giancarlo Tulliani. Ed è uno dei numerosi monegaschi che negli scorsi mesi ha visto Fini presso l'appartamento".

Se la ricevuta di Scavolini (che provava la consegna di una cucina a Roma) era presentata come un pizzino di Provenzano, il racconto di Caré pareva l'intervista esclusiva a Graviano sulle stragi. La smentita di Fini arrivava a stretto giro: "Il delirio diffamatorio del Giornale contro Fini", si leggeva in un editoriale della rivista finiana Farefuturo, "sta sconfinando nel ridicolo ... oggi assistiamo a un presunto scoop secondo il quale il presidente della Camera insieme con Elisabetta si trovava a Montecarlo in occasione del ponte dei morti del 2009. .... A parte il fatto che gli spostamenti della terza carica dello Stato restano scritti presso le autorità competenti per la sicurezza, il 10 ottobre 2009 è nata la piccola Martina e venti giorni dopo la mamma era a Roma ad allattare e papà Fini a cambiare i pannolini".
Nelle stesse ore il sito Redstripe che si autodefinisce "fazioso semiserio e con tendenze sovversive" avanzava i primi dubbi su Caré.
A quel punto sul web si svolgeva un duello a suon di post tra il supertestimone e i suoi detrattori: "caro Amico", scriveva Caré alle 17 e 35, "leggo il tuo commento io abito al ... del Boulevard d'Italie , il mio ufficio è nello stesso immobile ... e non ho venduto nessuna intervista, non sono in difficoltà economiche, se vuoi posso man-darti lo statement of account delle mie fortune , magari ti ricrederai. Se vuoi puoi chiamarmi al 00377....87 , sono a tua disposizione".

Un manager della solitamente riservata Montecarlo sbatteva sulla piazza virtuale il suo cellulare e i suoi redditi, pur di difendere l'onorabilità delle sue accuse. Incredibile. Ma Caré non si fermava qui. Alle 19 e 9 minuti spiegava: "nello stabile abita un mio amico e ci vado spesso specie nel week end perché la moglie cucina benissimo. Se non mi credi posso farti confermare da lui e dalla moglie la storia, Tulliani è il suo vicino di casa. Non so cosa fai per campare ma sicuramente i miei redditi sono superiori ai tuoi".
E aggiungeva l'indirizzo mail chiedendo al blogger di fare altrettanto per inviargli la sua dichiarazione dei redditi.
Poco dopo un anonimo allegava un articolo della Stampa del 2004 nel quale si raccontava che Luciano Carè era stato indagato ad Asti per un contrabbando di sigarette da 15 milioni di euro. "Quell'indagine", dice Caré al Fatto, "si è risolta in un nulla di fatto. Sono stato prosciolto per i reati più gravi e ho patteggiato per due piccole accuse fiscali".
Quanto al nocciolo della questione monegasca, Caré non è impressionato dalla smentita di Fini: "forse ho solo sbagliato data. Ora sono più preciso. Era un week end e ricordo che con Fini parlai di immigrazione. Il presidente in quei giorni aveva riproposto la cittadinanza agli extracomunitari. E io lo incalzai: ‘ma per noi emigrati italiani all'estero nessuno fa nulla'. E ricordo che lui rispose ironicamente: ‘non mi sembra che qui ve la passate male. Non siamo nelle miniere del Belgio'.
Quindi, vedendo i giornali dell'epoca, potrebbe essere stato l'ultimo week-end di novembre o il ponte dell'Immacolata. Comunque Fini non può negare. Ci sono due persone pronte a confermare e in quel punto ci sono le telecamere". Caré sorride dei sospetti sui blog: "Sono il maggiore importatore europeo di cibo kosher e ora sono in giro per la Sicilia con un rabbino. Faccio import-export negli Stati Uniti, non mi vendo certo per un'intervista".
In passato Caré ha avuto una società di ricerche di mercato e sondaggi, cessata nel 2002. Mentre il suo amico e maestro (indagato e prosciolto con lui) Mario Bevegni, era un dirigente del Psi negli anni ottanta e finanziava una tv privata genovese. "So già cosa state pensando", anticipa il colpo Caré, "io non ho interessi comuni con Berlusconi. Non lo conosco. La società di sondaggi non ha mai operato. Mentre la televisione era di sinistra e fu comprata poi dai comunisti. Ora organizzo una conferenza a Montecarlo e ricostruiamo la scena del delitto. Così i giornalisti proveranno la cucina dei miei amici vicini di Tulliani". Mentre lo dice Caré ride. Ma sembra serio.
 
Ringrazio Dagospia e Il Fatto Quotidiano. :)

9 commenti:

Nice ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Penso di capire cosa stai pensando: la coincidenza della "moglie dell'amico che cucina benissimo" .. o sbaglio.?
Complimenti ancora per la ricerca scrupolosa fatta sinora.
Fa piacere che ci siano ancora in Italia menti libere come la tua che non si lasciano influenzare dai media ma analizzano criticamente le notizie.

Anonimo ha detto...

Ciao, sono l'anonimo che un paio di giorni fa ti aveva inviato il link all'atto di registrazione della società Walt del sig. Caré a Monaco (te lo dico giusto perché non si crei ulteriore confusione tra i vari anonimi, non ho voglia di registrarmi, scusa).

Volevo segnalarti, dopo aver letto l'intervista a Caré su "Il Fatto", che quando dichiara "Ci sono due persone pronte a confermare e in quel punto ci sono le telecamere" a mio parere cade in un paio di contraddizioni.

1) Non è logico che ora dica che ci sono due persone pronte a confermare mentre nell'intervista a "Il Giornale" non aveva detto che vi erano stati altri testimoni di questo colloquio a parte una ragazza che lo aveva riconosciuto passando in motorino (e anche qui mi chiedo: ma il portone dello stabile, dove sarebbe avvenuto il colloquio, dà direttamente sulla strada? A me dalle immagini che ho visto parrebbe di no...).

2) Credo che il Caré sappia, come credo un po' tutti, o per lo meno possa immaginare, che le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza dopo tot tempo vengono cancellate e sovrascritte, a meno che naturalmente non vi siano motivi per conservarle e analizzarle (rapine, furti, incidenti o delitti avvenuti nelle vicinanze). E in questo caso di norma si procede a un sequestro delle immagini in seguito a un'ordinanza.

Un saluto e ancora complimenti per il lavoro di inchiesta che hai svolto, ancor più prezioso perché hai dimostrato che oggi anche un esponente qualunque della società civile può essere in grado di verificare fatti e circostanze che altrimenti la gente comune sarebbe costretta a prendere per oro colato.

Infine, complimenti (ironici) ai vari giornalisti della carta stampata che, nonostante avessero gli stessi elementi (la rete) a disposizione per verificare, non sono stati in grado di approfondire.

Anonimo ha detto...

mi associo anch'io nel complimentarti per l'ottimo lavoro svolto

Anonimo ha detto...

Ah, ecco, adesso Care' avrebbe cambiato versione sui testimoni!
Peccato che nell'articolo del Giornale ci sia scritto:
"Stavo accompagnando a casa il mio amico quando li abbiamo visti uscire"

E poi dal portone del palazzo non si vede la strada.
Peccato che Care' abbia detto:
"Ricordo che mentre parlavamo sul marciapiede davanti al portone della palazzina è passata una ragazza in motorino (...)"
Quindi ha detto di essere *davanti* al palazzo.

Taccio per carità cristiana sul tentativo di smentire la presenza di registrazioni delle telecamere basandosi sulla normativa italiana.

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo delle 10.57

Ti chiedo scusa, mi è sfuggito il particolare che gentilmente mi fai notare: il Caré era dunque in compagnia di un testimone (e non di due comunque come dichiarato successivamente a "Il Fatto). Bene, ne sono felice: i segugi de "Il Giornale" saranno sicuramente in grado di rintracciarlo per chiedergli conferme o smentite.

Quanto al fatto che dal palazzo non si veda la strada, ribadisco che dalle immagini che ho visto non mi pare proprio che si veda. Tu stesso riporti il virgolettato della dichiarazione del Carè che afferma di essere "davanti al portone della palazzina". Quindi non ha detto di essere *davanti* al palazzo come tu affermi (e comunque *davanti* al palazzo non corrisponde necessariamente a essere sulla strada).

Infine, la normativa italiana in fatto di registrazioni delle telecamere di sicurezza è del tutto simile, nelle sue linee generali, a quella degli altri paesi europei, ma se tu conosci quella monegasca e sai che nel principato venga prescritto di conservare le registrazioni e che chiunque possa andarsele a visionare, fammi sapere.

Mi spiace che ti sei innervosito, un saluto

Anonimo ha detto...

Care' ha sempre detto di essere in compagnia,tanto basta. Quella con Il Giornale era un'intervista, non un interrogatorio.
Davanti al portone c'è una specie di piazzetta che affaccia sulla strada, si vede chiaramente dalle foto.
Infine, sulle telecamere, non conosco le normative monegasche e non mi interessa perdere una mattinata per conoscerle. Però non ci si può basare su normative di altri paesi, anche perchè Montecarlo non fa parte dell'Unione Europea, quindi la conformità trale varie normapive dei paesi europei non ha nessun valore.

Nice ha detto...

infatti a Montecarlo c'è molta piu' privacy altrimenti non sarebbe Montecarlo... io voglio la moviola e le immagini satellitari :))))))

Anonimo ha detto...

Gentile Anonimo delle 12.24,

Innanzitutto mi dispiaccio per il fatto che questa vicenda ti stia causando tanto nervoso. Perché?

Immagino che il tuo tempo sia preziosissimo e che tu ne abbia pochissimo da perdere, però ti chiedo un enorme favore: dal momento che affermi che il portone affaccia su una piazzetta che dà sulla strada, e quindi hai avuto la fortuna di vedere un'immagine che illustra chiaramente questa cosa, potresti indicare per cortesia un link a un'immagine che risolva questo "mistero" una volta per tutte?

Concludo dicendo che, scusa la pignoleria, stai continuando a travisare quello che scrivo. Non ho mai parlato di normative dell'UE in fatto di registrazioni, ho parlato di normative che nelle loro linee generali sono *simili* in tutti i paesi europei. Monaco compreso.

Ancora una riflessione, scusa se ti tedio. Il principato di Monaco ha una densità abitativa tra le più alte del mondo (16648 abitanti per Km quadrato), in esso risiedono più di 4500 italiani. MA davvero ti pare possibile che una eventuale presenza di Fini l'abbiano notata solo in due?

Stammi bene e... take it easy