Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

08 ottobre 2010

Francesco Corallo e la marionetta Tulliani

L'affaire Montecarlo non è uno scandalo di second'ordine per silurare politicamente Fini.
Questo bilocale è il simbolo di una politica fondata sul ricatto, sullo scambio di favori e su miliardi di €uro.
Tulliani è solo l'arma di ricatto dei berlusconiani per tenere Fini sotto scacco nel caso in cui si fosse smarcato dalle posizioni governative e partitiche.
Tulliani è solo una marionetta nelle mani di Walfenzao e del suo socio Corallo, persona in cerca d'immunità diplomatica come console nell'isola di St. Maarten.
Questo non è un affare di cucine e bilocali, questa è una storia di concessioni miliardarie, riciclaggio di soldi, bombe e minacce.
L´affaire Montecarlo è nato a Miami. Lì è stato concepito e sempre lì, alla fine, è approdato. Secondo indiscrezioni della Procura romana, nei giorni scorsi sarebbe stato acquisito un rapporto della Dea statunitense, collegata all´Interpol, nel quale si segnala una serie di pressioni per far ottenere la carica di console onorario italiano presso l´isola di San Marteen, altro paradiso fiscale dei Caraibi vicino a Santa Lucia, a Francesco Corallo.
Si tratta del figlio del più noto Tanino, legato al boss catanese Nitto Santapaola, già latitante e condannato a sette anni di carcere per associazione a delinquere. Il nome di Francesco Corallo sarebbe stato suggerito in tre occasioni. Le segnalazioni via mail, con il tempo diventate quasi un ordine, sarebbero partite dalla Segreteria generale della Farnesina nel maggio scorso, due mesi prima che il caso Montecarlo scoppiasse sui giornali.
Destinatario delle pressioni il console italiano di Miami, Marco Rocca.
Nel rapporto della Dea sarebbero state allegate le mail scambiate tra alcuni alti funzionari del ministero degli Esteri italiano e il nostro rappresentante in Florida.
Rocca, stando alle indiscrezioni raccolte, avrebbe sottolineato subito le sue perplessità ad una nomina così poco opportuna. E davanti alle reiterate insistenze della Farnesina avrebbe alla fine opposto un secco rifiuto. Non sappiamo se si tratta di una casualità. Ma leggendo le cronache di Miami si scopre che proprio in quei giorni il console italiano è rimasto vittima di un misterioso attentato. La sua auto è stata avvolta dalla fiamme e la moglie che si trovava alla guida si è salvata per miracolo.
Nei giorni successivi sarebbero giunte al suo telefono altre minacce. A prescindere dalla necessità di nominare un nostro diplomatico sull´isola di San Marteen, non si capisce sulla base di quali valutazioni si sia proposto il nome di un imprenditore noto alle cronache per essere il primo azionista della Atlantis World Nv, società con base alle Antille olandesi, poi trasformata in Betplus, concessionaria al 30 per cento del mercato delle slot machines (introiti di 30 miliardi l´anno) grazie ad un accordo con lo Stato italiano.
Francesco Corallo ha la fedina immacolata. Non ha subito mai una condanna e non è mai stato indagato in alcuna inchiesta. Ma il suo nome è collegato all´affaire Montecarlo. La società di cui è azionista maggioritario è rappresentata a Miami da James Walfenzao. Avvocato e broker internazionale con altre società e referenze altissime a Monaco, Antille olandesi e a Panama, Walfenzao è anche amministratore della Corpag group, cui fanno riferimento la Printemps ltd e Timara ltd, ufficialmente proprietarie dell´appartamento lasciato in eredità ad An e rappresentate a Santa Lucia dall´avvocato Michael Gordon.
L´interesse della magistratura nasce anche dalla mail che Valter Lavitola, direttore dell´Avanti, ha pubblicato sul suo giornale. Nella missiva, l´avvocato Gordon si lamentava con Walfenzao del chiasso italiano nato attorno alle due società che rappresenta e suggeriva di parlarne con il loro cliente «la cui sorella sembra avere forti legami con uno dei due uomini politici coinvolti nello scontro». Il collegamento con Giancarlo Tulliani e quindi con il presidente Fini era evidente.
Talmente evidente da far nascere forti dubbi agli stessi inquirenti sulla genuinità della mail. E´ l´originale o qualcuno l´ha modificata? Gli inquirenti ipotizzano uno scenario diverso su cosa sia accaduto nell´affaire Montecarlo. Per entrare in possesso della casa di Montecarlo in modo discreto, qualcuno degli ambienti del presidente della Camera, non necessariamente "finiano", si affida a Francesco Corallo, già molto vicino all´esponente del Pdl, ex Alleanza nazionale, Amedeo Laboccetta.
Corallo si rivolge a un suo uomo di fiducia, James Walfenzao, il quale costituisce due società off-shore che acquistano e si vendono l´appartamento. Il premio per il lavoro svolto da Corallo è la sua nomina a console onorario di San Marteen.
Nomina che alla fine viene scartata. Con l´ennesima coincidenza in questo giallo: la figlia del console Marco Rocca, Giada, è rappresentante di cinque società che hanno sede nella stessa suite della Corpag group, quella di Walfenzao.
Link precedenti: Walfenzao, la Corpag e Tulliani

20 commenti:

Anonimo ha detto...

I consoli onorari non hanno immunita diplomatica. Tulliani sara' anche una marionetta,con quello che si mette in tasca chiunque farebbe cambio. Ha mandato avanti quel cavallo di Troia della sorella per arricchirsi senza averne le capacita.

Nice ha detto...

Agli agenti consolari sono accordate le cosiddette immunità consolari, analoghe alle immunità diplomatiche ma meno estese.

Le immunità consolari, attualmente sancite dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963, comprendono:

* la libertà di comunicazione e l'inviolabilità della corrispondenza tra il posto consolare e le autorità dello stato d'invio o la sua missione diplomatica;
* l’inviolabilità personale, limitata tuttavia all'arresto e alla detenzione disposti nel corso del processo penale;
* l’inviolabilità degli archivi consolari;
* l'inviolabilità dell'abitazione dell'agente consolare, a condizione che l'agente stesso sia di carriera e la sua abitazione si trovi nello stesso edificio che ospita il posto consolare;
* l’immunità dalla giurisdizione, di cui l'agente consolare, a differenza del diplomatico, gode solamente per gli atti che attengono all'esercizio delle sue funzioni (cosiddetta immunità funzionale);
* l’esenzione fiscale dalle imposte dirette personali;
* l'esenzione dall'obbligo di testimoniare in sede processuale.

Va rilevato che gli stati, con convenzioni particolari, possono reciprocamente accordare ai propri agenti consolari immunità più ampie rispetto a quelle stabilite nella Convenzione di Vienna del 1963.
http://it.wikipedia.org/wiki/Agente_consolare

Anonimo ha detto...

Le immunita stabilite dalla Convenzione di Vienna rappresentano il quadro all'interno del quale i vari Paesi concordano ( in bilaterale) immunita e privilegi. Per l'Italia vale la suddivisione in uffici di I e II categoria ( la seconda e' quella degli onorari), per i quali non valgono le stesse condizioni degli egenti di I. In piu il Paese ospitatante puo stabilire ( e sempre lo fa) condizioni limitative rispetto alla Convenzione di Vienna. In piu ( ma gia'sarebbe abbastanza) se l'onorario e' anche cittadino del Paese ospitante ( e spesso accade per gli onorari in Italia, per esempio) non puo' sottrarsi alla giurisdizione naturale. In piu l'exequatur per gli onorari lascia evidentemente molto piu spazio rispetto ad un diplomatico "vero". Quindi, in parole povere, gli onorari godono di una immunita teorica, il resto e'roba da film.

Anonimo ha detto...

Tulliani deve ancora spiegare un sacco di cose, e non ha neanche il coraggio di farsi vedere, se non e' un vigliacco uno cosi'

Anonimo ha detto...

Il console onorario deve vivere nel paese di "accreditamento", altrimenti non puo fare il console onorario. Se vive in quel paese perche doppio cittadino non ha l'esenzione dalla giurisdizione di quel paese; se ci abita con un visto dovrebbe essere diplomatico, ma non viene mai concesso; se ha un permesso di soggiorno non e - per definizione - esentato dagli obblighi dei "comuni cittadini'. Ergo, non ha una immunita.

Anonimo ha detto...

Cioe' Tulliani ha preso la residenza esportando chissa' come dei soldi, e pagava quasi niente d'affitto per un appartamento a Montecarlo senza avere compreso che lo stavano usando?come Scajola insomma

Anonimo ha detto...

l'appartamento non e' un simbolo, e' la casa di Tulliani

Nice ha detto...

il caso di Scajola si basava su 80 assegni circolari che son serviti per pagare la sua casa, qua non ci sono assegni, c'è solo un ragazzo circuìto fin da subito da una banda di gente poco raccomandabile che mirava a ottenere favori e concessioni con il ricatto.

Nice ha detto...

Per ora non ci sono prove che la casa sia di Tulliani mentre per Scajola c'era la prova che gli assegni usati per pagare la casa non erano intestati a lui.

Anonimo ha detto...

Ragazzo? ma quanti anni ha? Non ci sono assegni perche non si sa ancora di chi sia la casa, e infatti stiamo ancora aspettando di sapere a chi siano stati versati i 300mila euro ( per una casa che vale 5 volte tanto). Non sappiamo neppure come siano arrivati a Montecarlo i soldi necessari ad ottenere la residenza. Non sappiamo chi abbia pagato ( ne'quanto, ne' come) i lavori di sitemazione dell'appartamento. La storia di Scajola e' molto piu' trasparente. Tulliani e'grande e paghera' per quello che ha fatto ( se non scappera' prima ad Hammamet), altro che circuito.

Anonimo ha detto...

Nel caso di Scajola la casa e' stata intestata ad una persona fisica ( Scajola stesso), nel caso di Tulliani sono stati interposti dei paravento ( societa' anonime): non servono tante prove, e' tutto alla luce del sole,sia che la casa di Roma sia di Scajola che quella di Montecarlo e' stata acquistata con un meccanismo finalizzato ad occultare la reale proprieta'. Visto che gli assegni di Scajola li conosciamo vediamo allora i passaggi di denaro per l'appartamento di Montecarlo.

Anonimo ha detto...

Ma un accertamento fiscale a Tulliani no?

Nice ha detto...

tu dai già per assodato che Tulliani sia il proprietario della casa ma non è così, anzi non è neppure indagato.

Anonimo ha detto...

di assodato c'e' che Tulliani non ha mai smentito che la casa sia sua, Fini non ha smentito (perche' non puo')che la casa sia sua.
C'e' un documento ufficiale diS Lucia che dice che l appartamento e' di Tulliani, e nepppure quel documento e' stato smentito.
Di certo sappiamo che sono state utilizzate procedure non trasparenti.Di certo sappiamo che la residenza a Montecarlo e' stata ottenuta tramite procedure non trasparenti, e vedremo per quanto tempo Tulliani ne usufruira (anche perche ora non risiede a Montecarlo).

Anonimo ha detto...

Giusto che non e' indagato, quindi perche' visto che da uomo libero puo' difendersi senza avere nulla da temere non si fa vedere? Ha qualcosa da temere? Ha la coscienza sporca?

Anonimo ha detto...

diciamo che l'appartamento non sia di Tulliani; chi e' la persona fisica con cui Tulliani ha parlato per poter avere l'appartamento in affitto? E' andato in un'agenzia immobiliare? Chi incassa i soldi dell'affitto? Come avvengono i pagamenti dell'affitto? Contanti, assegni, carte di credito..?

Anonimo ha detto...

Come viene alimentato il conto corrente di Tulliani? Di cosa vive Tulliani per potersi permettere la residenza a Montecarlo e una Ferrari? Se Tulliani non ha una professione e mantiene quel tenroedi vita, quali altri beni/aziende possiede?

Anonimo ha detto...

Tulliani di certo usa una carta di credito, prima o poi qualcuno ne fara una fotocopia e allora sapremo quale c/c movimenta. Tulliani di certo usa assegni, e allora idem. Basta aspettare.

Anonimo ha detto...

tulliani pensava di essere particolarmente furbo, e invece quel poco che e riuscito a raccattare (prima con la sorella che stava con un vecchio piu vecchio del proprio padre,e poi con un sessantenne)gli e servito a ficcarsi in mano a gente con un pelo sullo stomaco cosi. tulliani doveva rassegnarsi a lavorare come tutti

Anonimo ha detto...

Se davvero Tulliani ha incrociato nel modo sbagliato determinati personaggi, allora davvero il fatto di essere inquisito sarebbe la preoccupazione minore.