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26 settembre 2010

Walfenzao, la Corpag e Tulliani

La situazione è molto intricata.
Partiamo dall'avv. Ellero: alcuni dicono che sia vicino ai grillini per alcune sue dichiarazioni durante un forum sull'economia pulita, altri lo danno vicino agli avvocati Ghedini e Longo.
Barbareschi ha affermato che si tratta di una polpetta avvelenata, non capisco però dove stia il tranello.
Voglio dire, un avvocato non si sbilancia in questo modo, rischierebbe la carriera. Mah.
In teoria c'è una logica nelle sue dichiarazioni, vedremo.

Invece la situazione di Walfenzao è ancora più oscura.
Walfenzao è coinvolto direttamente nella compravendita del bilocale monegasco e nell'uscita del documento-patacca di Rudolph Francis.
Walfenzao lavora per Francesco Corallo tramite la società Atlantis ed è collegabile pure a Labocetta, ex-An ora pidiellino.
Il personaggio chiave nel giallo della casa di Montecarlo finita da An alla disponibilità del cognato di Gianfranco Fini, passando per un paio di società off-shore, si chiama James Walfenzao. Questo professionista caraibico specializzato nella costituzione di fiduciarie, trust e altre scatole esotiche per mettere i soldi al riparo dalle tasse figura come rappresentante nelle società che hanno comprato l’immobile abitato da Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini. Walfenzao però non è un “professionista monegasco” come scritto da Il Giornale.
È il rappresentante nell’isola di Saint Lucia della Corpag, una società di servizi delle Antille olandesi con filiali in molti paradisi fiscali. Ma soprattutto Walfenzao è il consulente, l’amministratore e il prestanome di un amico di An che ha fatto fortuna nei mari caldi: Francesco Corallo, nato a Catania nel 1960, titolare della multinazionale del gioco Atlantis World con base alle Antille.

paradiso
Nella vicenda Montecarlo c'è un professionista che fa affari con le slot machine in Italia
Il personaggio chiave nel giallo della casa di Montecarlo finita da An alla disponibilità del cognato di Gianfranco Fini, passando per un paio di società off-shore, si chiama James Walfenzao. Questo professionista caraibico specializzato nella costituzione di fiduciarie, trust e altre scatole esotiche per mettere i soldi al riparo dalle tasse figura come rappresentante nelle società che hanno comprato l’immobile abitato da Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini. Walfenzao però non è un “professionista monegasco” come scritto da Il Giornale.
È il rappresentante nell’isola di Saint Lucia della Corpag, una società di servizi delle Antille olandesi con filiali in molti paradisi fiscali. Ma soprattutto Walfenzao è il consulente, l’amministratore e il prestanome di un amico di An che ha fatto fortuna nei mari caldi: Francesco Corallo, nato a Catania nel 1960, titolare della multinazionale del gioco Atlantis World con base alle Antille. 

L’uomo delle Antille Walfenzao compare in due operazioni avvenute a distanza di migliaia di chilometri che non hanno nulla in comune tranne la presenza di esponenti di An. Da un lato amministra la società che compra a Montecarlo (a prezzo di favore) la casa di An. Dall’altro controlla per conto di Corallo parte del capitale della Atlantis, la società vicina al vertice di An che in pochi anni ha raccolto miliardi di euro con le sue slot machines in Italia. Il gruppo Atlantis è controllato (in parte tramite Walfenzao) da Francesco Corallo, un incensurato che però ha un cognome pesante: è il figlio di Gaetano Corallo, 73 anni, condannato a 7 anni e mezzo (scontati) per associazione a delinquere, latitante per anni in America dopo esser sfuggito alla retata del 1983 per la scalata degli amici del boss dei catanesi, Nitto Santapaola, ai casinò italiani. In quegli anni ruggenti Santapaola andava in vacanza a Saint Marteen dove Corallo senior gestiva un casinò. Oggi nello stesso settore e nella stessa isola il figlio è il re dell’azzardo legale ma lui giura: “Non vedo papà da 20 anni e i miei casinò li ho fatti da solo”.
Per anni gli investigatori hanno sospettato il contrario. Ma nessun pm ha mai chiesto per lui nemmeno un rinvio a giudizio nonostante le informative della Finanza e della Polizia ipotizzassero rapporti tra Francesco Corallo, il padre Gaetano, il clan Santapaola e persino uno dei latitanti più ricercati dall’amministrazione Bush: l’ex parà italiano, poi genero del presidente della Bolivia e boss del narcotraffico in quel paese, Marco Marino Diodato. Francesco Corallo è stato indagato due volte dalla Procura di Roma per traffico di droga e riciclaggio ma è stato sempre archiviato. Il figlio di don Gaetano è oggi un imprenditore stimato che gira per Roma sulla sua Smart, incontra politici e banchieri con i quali punta alla quotazione in borsa a Londra e Toronto. La presenza del suo consulente e prestanome nella società che compra la casa di Alleanza Nazionale insomma non deve sorprendere. La domanda è un’altra: chi rappresenta Walfenzao? Probabilmente non Corallo: con i miliardi delle slot uno come lui non ha certo bisogno di comprare un quartierino scontato a Monaco. Stiamo parlando del re dell’azzardo tra le due sponde dell’Oceano. Atlantis è titolare di tre casino a Saint Marteen, due a Santo Domingo e uno a Panama. La pista potrebbe essere un’altra.
L’amico italiano di WalfenzaoQuando sbarca in Italia, Corallo sceglie come suo rappresentante il vecchio amico Amedeo Laboccetta, dagli anni ottanta colonna del Msi napoletano e poi di An. Magari proprio Laboccetta è l’uomo che conosce il segreto di Walfenzao. Magari è stato proprio il deputato del Pdl che ogni anno va in vacanza alle Antille e vuole essere sepolto lì, a suggerire di rivolgersi al consulente di Francesco Corallo in strutture societarie schermate.
Comunque un dato è certo: l’undici luglio del 2008 la casa lasciata 9 anni prima dalla contessa Colleoni a Gianfranco Fini perché proseguisse “la giusta battaglia” è finita ai Caraibi. Davanti al notaio Aureglia di Monaco, Alleanza Nazionale, rappresentata dal tesoriere Francesco Pontone, vende la casa a Printemps Ltd, con sede in Manoel Street, 10, Castries, Saint Lucia. La proprietà della società acquirente (come il sito della società di Walfenzao proclama tra i vantaggi offerti dalle strutture made in Saint Lucia) non è trasparente. Printemps è stata costituita poco più di un mese prima, il 30 maggio 2008, a Saint Lucia. Per l’appartamento di Boulevard Princesse Charlotte, composto da sala, due camere, cucina, bagno e balcone, secondo Il Giornale, uno degli inquilini del palazzo aveva offerto un milione e mezzo di euro. An preferisce svendere a 300 mila euro alla società rappresentata da Walfenzao. Tre mesi dopo, Printemps rivende a 330 mila euro alla Timara Ltdanche lei con sede nell’ufficio della Corpag di James Walfenzao a Saint Lucia. Gli altri due amministratori, Tony Izelaar e Suzi Beach, sono corrispondenti della Corpag a Monaco. Quindi per capire l’ affaire monegasco bisogna partire dalle Antille.
Il Fatto Quotidiano pubblica qui uno schema che descrive la struttura proprietaria del gruppo. Al vertice della holding di Londra che controlla una quota di Atlantis c’è proprio James Walfenzao, che però opera in nome e per conto di Francesco Corallo. Accanto pubblichiamo anche una foto di Gianfranco Fini e Amedeo Laboccetta con le rispettive consorti (si intravede Daniela Di Sotto che era ancora la signora Fini) scattata a Saint Marteen nell’agosto del 2004 nel ristorante del casino di Corallo. Poche settimane prima, il 15 luglio 2004, la Atlantis aveva firmato la concessione con i Monopoli di stato e 4 mesi dopo, a dicembre, Laboccetta diventerà (fino all’elezione alla Camera nel 2008) procuratore in Italia della società. Laboccetta allora difese Fini sostenendo che il leader lo aveva seguito solo per fare immersioni a caccia di squali: “Fini non sapeva che Atlantis aveva appena ottenuto la concessione in Italia”, giurò.
Anche alla luce della presenza di Walfenzao nella compravendita, oggi Fini dovrebbe spiegare perché ha deciso di vendere a un prezzo così basso a una società delle Antille diretta da un consulente di Corallo. E magari potrebbe anche spiegare quanto paga il cognato per l’affitto. Anche perché presto qualcun altro potrebbe cominciare a parlare. Magari non i suoi fedelissimi tesorieri ma proprio Laboccetta che nel 2008 era un uomo di Fini ma oggi sta con Berlusconi.
I clienti della Corpag, e quindi di Walfenzao, sono persone con interessi multimilionari.
La vendita del bilocale monegasco è avvenuta nel periodo in cui An si stava sciogliendo per confluire nel Pdl.
L'ipotesi di strumentalizzazione del Tulliani per tenere sotto scacco Fini è plausibile.
Che interesse potrebbe avere il Tulliani nell'aprire delle fiduciarie, o dei Trust, per occultare un bilocale e una Ferrari ?
Anche l'affitto che paga non ha senso se fosse il proprietario dell'immobile.
Il Tulliani come cliente non vale nulla confronto ai clienti tipo di Walfenzao, infatti la Corpag potrebbe aver spifferato informazioni false sul Tulliani tenendosi ben stretto gente come Corallo e simili che possiedono patrimoni ingenti.
Altrimenti che interesse potrebbe avere la Corpag nel sputtanare un suo cliente facendo addirittura delle ricerche investigative senza la pressione di rogatorie internazionali?
 Next Link : Francesco Corallo e la marionetta Tulliani 

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La famiglia Tulliani possiede direttamente beni per milioni di euro, lo stesso Tulliani conduce una vita da miionari, con residenza a Montecarlo-Ferrari- appartamento milionario a Monaco.Tulliani varrà poco rispetto a tantiu altri ricconi, ma sempre milionario è

Nice ha detto...

Bravo, Dagospia ha scodellato tutti i beni dei Tulliani, stranamente erano tutti riconducibili a loro senza scatole cinesi e offshore mentre il bilocale è stato occultato, quindi se uno crea un'operazione del genere la fà per tutto il patrimonio non solo per un pezzettino, è inutile.
Il bilocale non è del Tulliani secondo me, è stato fregato come un allocco.

Anonimo ha detto...

Alcuni beni sono intestati alle persone, chissà quanti sono intestati a scatole cinesi. Chiunque tra quanti hanno grandi patrimoni ha dei beni intestati personalmente ed altri tramite società: nessuno tra quanti hanno grandi patrimoni mette tutto in un solo paniere. I Tulliani ( o chi per loro, o loro per chi?) hanno un grande patromonio e infatti hanno sia beni intestati direttamente che tramtie scatole cinesi.

Nice ha detto...

mmmmm può anche essere ma sembra una forzatura....voglio dire quale sarebbe il resto del patrimonio "nascosto" ? ville? yacht? soldi?, ormai conosciamo i loro averi per filo e per segno

Anonimo ha detto...

Ma se e' nascosto come facciamo a sapere a quanto ammonta? Sappiamo per certo che i beni di cui la famiglia dispone non sono coerenti con i redditi dichiarati e con le professioni esercitate, e gia' questo e' motivo di riflessione. Sappiamo che il signor Tulliani non esercita attivita' capaci di garantirgli un tenore di vita come quello effettivamente sostenuto. E viceversa, siamo certi che non ci siano altri beni a loro riconducibili? Le scatole cinesi servono ad occultare i reali proprietari di beni, e con un po' di pazienza ne vedremo delle belle.

Anonimo ha detto...

non sapevamo nulla nemmeno di quello che ora si sa per certo ( proprieta immmobiliari dei Tulliani), eppure qualcosa e' saltato fuori. E come un carciofo, strato dopo strato sta uscendo di tutto