Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

01 settembre 2010

La marchetta di Letizia


S'avvicinano l'elezioni comunali, e la signora Brichetto concede un'intervista al "Bollettino" della comunità ebraica di Milano.
La comunità milanese e il "Bollettino" sono filoberlusconiani fin dagl'albori e la tradizione continua con questa testimonianza della sindachessa milanese che, nei giorni della visita del dittatore Gheddafi (lo stesso che cacciò gli ebrei dalla Libia) con conseguente "attovagliamento", rilascia delle dichiarazioni alquanto stravaganti.
L'intervista parte con il ricordo di qualche lontana ascendenza ebraica della sindachessa (come Gheddafi) che cozza con l'aver autorizzato il raduno fascio-nazista dell'anno scorso.
Ma il meglio deve ancora venire, la signora Brichetto parla della sua Milano come "città aperta capace di accogliere e offrire occasioni d'incontro". La signora potrebbe offrire le stesse possibilità di dialogo anche ad altre minoranze ma probabilmente la sua ignoranza deriva dal fatto di non aver mai visitato un campo di concentramento, nemmeno Dachau dove fu deportato suo padre, e quindi non sa che anche Rom e omosessuali (tanto osteggiati dalla sua giunta) son stati perseguitati alla stessa stregua degl'ebrei.
L'intervista continua citando le numerose iniziative a favore della comunità ebraica e finisce con due domandine secche da parte della giornalista sul razzismo dilagante in città e in Italia alle quali, la signora Brichetto in Moratti, si trasforma in sindachessa di una città guidata da una giunta di filosofi e pensatori e non composta da gente come Salvini, Decorato e Prosperini , fautori del "ributtiamo i musulmani in mare e cacciamo gli zingari"; vediamo cosa dice:
Non è preoccupata da forme di razzismo sempre più violente oggi in Italia ?
Sì, lo sono. Ma bisogna vigilare e tenere la guardia alta. credo che Milano non abbia mai perso la sua capacità di accogliere. Qui vivono 160 etnie diverse. Cerchiamo di favorire incontri e contatti (polizia&manganelli) perché solo con la conoscenza reciproca si possono vincere diffidenze, ostilità e indifferenza. Sto lavorando per dare a ciascuno spazi d'incontro affinché mantenga la propria identità (già, e la Moschea ?) e la offra alla città. Rispetto all'ebraismo e a Israele.... (divaga cercando di cambiare argomento)
Non crede che per sconfiggere il razzismo si debba partire dall'educazione scolastica ?
Certamente. E' qui che avviene la fusione (tagliando i fondi alla scuola e con l'ora di religione convertita in religione cristiana, certo), l'incontro con l'altro, e che si forma il senso d'appartenenza. Ci sono diversi modelli di scuola: quello anglosassone che tende a separare le identità, quello francese che vuole integrarle tutte e noi italiani che adottiamo un modello misto (?????) che nel contempo integra e salvaguardia le identità (?????). Questo modello a mio avviso è il più convincente ed efficace (?????).

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