Perché Ruby è stata affidata a Nicole Minetti, se il pm dei minori  dice di aver ordinato che andasse in comunità? Da un lato c’è la  versione del commissario capo Giorgia Iafrate, dall’altra quella del  magistrato del Tribunale dei minori Annamaria Fiorillo. E’ la sera del  27 maggio scorso, Ruby viene portata in Questura per furto.
La mattina dopo Giorgia Iafrate scrive, secondo quanto riporta  Repubblica:  ”La scrivente per quanto sopra esposto ed in perfetta  armonia con le chiare disposizioni ricevute dai superiori, disponeva che  la minore fosse affidata alla Minetti, che s’impegnava a fornire la  massima collaborazione con l’ufficio di polizia procedente”.Si parla di superiori, di ordini venuti dall’alto:  dalla Questura o dal magistrato? Negli ultimi giorni il ministro  dell’Interno Roberto Maroni e il pubblico ministero Fiorillo hanno avuto  uno scontro acceso e alla fine Maroni ha querelato il pm che lo aveva accusato di calpestare la verità.
Nel verbale dell’assistente E.C. che ha fermato la ragazza marocchina  il pm Fiorillo ordina che “la giovane, in quanto sedicente, fosse  accompagnata in questura”.Poi si legge ancora, secondo la ricostruzione di Repubblica:  ”Alle  ore 22.25″ due agenti s’incaricano delle incombenze e del “successivo  affidamento della minore presso una struttura protetta”.
Secondo la Fiorillo che ha fatto ricorso al Csm lei stessa aveva  disposto che Ruby venisse identificata e “collocata in idonea struttura  di accoglienza. Nel corso delle successive comunicazioni si delineava un  quadro alquanto confuso circa le condizioni di vita della ragazza”.  La  ragazza, si scopre dopo, era stata “precedentemente fotosegnalata”.
A fine luglio, esattamente due mesi dopo, il 27 viene a galla un  altro particolare: le pressioni, le telefonate alla Iafrate,  ricercatissima dal capo di gabinetto dottor Ostuni “contattato  telefonicamente da parte della presidenza per il consiglio dei ministri,  dove era stato specificato che la ragazza fermata era la nipote del  presidente Moubarach (sic) e che quindi doveva essere lasciata andare”.
A questo punto le cose si complicano e il pm Fiorillo ricostruisce:  “Ricordo che mi venne detto che la stessa era la figlia (sic!) di  Mubarak – la qual cosa mi parve poco credibile – e che aveva riferito di  essere in Italia per motivi di studio, che si manteneva facendo la  danzatrice del ventre, e che a Milano era ospite di un’amica  brasiliana”.
In Questura arrivano Nicole Minetti e due brasiliane, ma secondo  Repubblica nel verbale di luglio ne compare solo una, e “dopo aver  informato di quanto accaduto” Fiorillo, “si provvedeva a redigere  apposito verbale di affidamento”.
Ruby viene affidata alla Consigliere  regionale Pdl in Lombardia. Iafrate “mi prospettava la possibilità di  affidare la giovane a un consigliere ministeriale, persona che si era  presentata spontaneamente in questura.. . Ciò suscitò in me notevoli  perplessità, che esternai con chiarezza all’interlocutrice,  sottolineando in modo assertivo l’inopportunità di un affidamento a  persone estranea alla famiglia senza l’intervento dei servizi sociali…  Non ricordo di aver autorizzato l’affidamento della minore a Minetti  Nicole”, scrive la Fiorillo.
Ma dov’è finita la disposizione del pm di portare la marocchina in  comunità? “Durante le fasi di redazione degli appositi atti si  ricontattava il pm di turno informandola che non era stato possibile  trovare una comunità”, scrivono i poliziotti. Cosa è successo allora?  Sembra che ”al 27 maggio erano presenti 5 ragazze” mentre “la capienza  massima è di 12 ragazze”. Il posto dunque c’era
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