Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

15 novembre 2010

Per chi suona la primaria


Dalle primarie milanesi, che ieri hanno incoronato Pisapia candidato sindaco del centrosinistra, partono tre messaggi e un avvertimento.

Il primo messaggio è a chi legge la politica di oggi con gli occhi di ieri. Perché le cose cambiano velocemente. I vecchi schemi saltano, gli immaginari si mescolano e gli stereotipi cadono come birilli. La sinistra-sinistra ha in Puglia il viso di un ragazzo di Terlizzi, a Milano quello di uno stimato professionista. Sarebbe un errore imperdonabile non vederlo. 
Il secondo messaggio è ai milanesi. Oltre la sbornia quotidiana del ghe pensi mi, oltre la vis popularis del Carroccio, anche a sinistra c’è ancora una politica che si sporca le mani in mezzo alla strada, che ha la forza di fare battaglie ideali, che cerca la carne viva dei cittadini. E’ una buona notizia per tutti.
Il terzo messaggio è a Letizia Moratti, e per conoscenza al capo del Pdl. Con la candidatura di Pisapia tutto lascia pensare che nel capoluogo milanese si andrà a votare con tre poli. Magari con la discesa in campo di Albertini, figura molto amata in città. La destra berlusconiana, che considera Milano suo territorio acquisito, stavolta rischia grosso.
L’avvertimento, se ne ce ne fosse ancora bisogno, è al Pd. Per l’ennesima volta le consultazioni delle base elettorale del centrosinistra premiano il candidato considerato di “movimento” su quello ritenuto di “apparato”. Dopo la Puglia, dopo Firenze, dopo Milano, il Pd dovrebbe decidersi a fare molto meno casino all’interno e un tantino più di movimento all’esterno. Altrimenti rischia di essere ricordato come il partito che con le primarie gioiosamente nacque, e con le primarie precocemente si spense.

C'è un po' di maretta all'interno del Pd, si vociferano le dimissioni dei vertici milanesi, io dico di tenere lo status quo fino alle prossime elezioni in modo da garantire a Pisapia tutto l'aiuto possibile.
Per battere la sciura Brichetto ci vuole anche un Pd compatto visto che non bisogna assolutamente ripetere l'esperienza del Lazio con la Bonino poco sostenuta dal Pd regionale.

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