Il Presidente Napolitano: «Rispettare il Tricolore è un dovere per chi ha ruoli di governo»

18 gennaio 2011

Gheddafi vaneggia e la popolazione protesta.

Le proteste in Libia continuano e le notizie che giungono sono poche a causa della censura di regime che vige in quel Paese.
Gheddafi ha tenuto un comizio in tv in cui parlava: della protesta tunisina che stigmatizzava sostenendo di fatto Ben Alì; dell'uso del web a suo dire strumento del diavolo per deviare i musulmani; infine ha incitato i libici che hanno subito un esproprio a occupare le case popolari salvo poi rimangiarsi la parola.
Qui uno stralcio del discorso del dittatore:
Questo Internet, che ogni persona demente, qualsiasi ubriaco può ubriacarsi e scriverci , non credete? Internet è come un aspirapolvere, può aspirare qualsiasi cosa. Qualsiasi persona inutile, qualsiasi mentitore qualsiasi ubriacone; nessuno sotto l'influenza; chiunque sia drogato può parlare su Internet, e leggere quello che scrive e ci credi. Questo  parlare  è gratuito. Vogliamo diventare le vittime di 'Facebook' e 'kleenex' e 'YouTube'! Vogliamo diventare vittime di strumenti che hanno creato in modo che possano ridere di nostri stati d'animo? Siamo noi a decidere il nostro destino, basata sui fatti e le nostre esigenze. Inoltre, questo non è l'era di sangue, di fumo, di bruciato, di coltelli e asce, questa è l'era del popolo, e presumibilmente l'epoca della democrazia. Tutto è da elezioni e referendum, vale a dire, attraverso la diretta autorità del popolo, che è la democrazia diretta del popolo, e non attraverso voci di corridoio, e Facebook, e YouTube, e la Kleenex e i dispacci degli ambasciatori americani. Questa ampia rete mondiale di Internet sta ridendo di noi dannneggiando i nostri paesi, ci strappa i vestiti, e uccidono i nostri bambini per questo.
In questa foto si vedono gli avvocati libici protestare contro il governo a Bengasi di fronte a Palazzo di giustizia per sostenere i diritti dei cittadini.
Peacereporter
Le famiglie che in passato erano state espropriate delle loro terre hanno preso alla lettera le parole di Gheddafi "Prendete ciò che vi spetta di diritto" - Dopo che la Polizia ha sgombertato l'ottanta per cento degli alloggi occupati abusivamente dai cittadini, che nei giorni scorsi si erano sollevati contro il caro alloggi, la situazione in Libia sta per tornare alla normalità. A scatenare la rabbia di migliaia di famiglie in tutta la Libia - da Seba a Tripoli, Bengasi e Derna - che nella notte tra giovedì e venerdì hanno occupato centinaia di palazzine dell'edilizia pubblica in costruzione e già assegnate, è stato un discorso pubblico alla televisione di Stato del leader libico. Gheddafi ha autorizzato i tremila libici che, espropriati delle loro terre, reclamavano in cambio un'abitazione, a "prendere ciò che spettava loro di diritto". L'affermazione ha innescato nelle famiglie più bisognose della Libia l'iniziativa di occupare le palazzine di edilizia popolare in costruzione. Secondo la stampa locale ad oggi l'ottanta per cento delle case occupate sono state sgomberate senza l'uso della forza da parte della polizia che prima ha staccato la luce e l'acqua dagli appartamenti e poi ha atteso che le famiglie, rimaste senza viveri, uscissero dagli alloggi l'una dopo l'altra. Venerdì il Parlamento libico aveva condannato il gesto degli occupanti, esortandoli a rivolgersi ai comitati di base, organo che in Libia esprime la "democrazia diretta", per tentare di gestire pacificamente le loro richieste

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