Milano non merita un prefetto del genere e quel signore non merita una poltrona tanto importante.
Questo signore disse una frase talmente ignorante - la mafia a Milano non esiste - che già si sarebbe dovuto dimettere 2 anni addietro.
Poi ci fu lo scandalo delle firme false del listino Formigoni-Firmighini, quello della Minetti, e il prefetto disse che era solo una boutade mediatica, quisquiglie: «Intorno alla lista sta montando un gran clamore, ma a detta di molti l’esclusione è infondata».
A quanto pare abbiamo un prefetto che ha un giudizio tutto suo della legalità, comunque ha sempre recuperato queste sue pecche con le retate sui tram in cerca di sans papier, oppure radendo al suolo i campi rom, abusivi e non, con una strabiliante media di 1 ogni 2 giorni.
Già, i Rom; l'infame prefetto si rimangiò pure la parola data, disse che le case assegnate (case fuori classifica d'assegnazione perché disastrate) ai rom non erano uno scelta giusta solo dopo aver sentito gli strali della Lega e, inseguito, della sciura Brichetto in Moratti.
L'apice viene raggiunto con il Rubygate: le prime intercettazioni riportavano, de relato, i commenti ironici dei festini bunga bunga che il prefetto diceva al telefono; poi son saltati fuori i favori che tale prefetto faceva alla Polanco, quella fidanzata con il narcotrafficante, e che andava ad Arcore anche quando Berlusconi non c'era. La Polanco potè parlare del suo permesso di soggiorno direttamente con Lombardi, prima però ebbe il permesso di posteggiare la macchina all'interno della questura.
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11 ore fa
2 commenti:
Ma a Milano c'è un'opposizione che baccaglia su queste cose?
Aspetta, forse so la risposta.
Io confido in Pisapia, incrociamo le dita ;).
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