Il prefetto di Milano: che vergogna, se ne vada! | Gad Lerner
Avete presente il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi? Protagonista dell’abiura del contratto sottoscritto per lo sgombero del campo rom legale del Triboniano, su ordine tardivo del ministro Maroni. E a seguito della vile retromarcia della firmataria Letizia Moratti, sindaco di Milano. Ora apprendiamo che questo alto funzionario dello Stato, nel mentre si rimangiava un accordo per destinare ai rom legalmente residenti al Triboniano undici abitazioni popolari (in uno stato talmente deteriorato che comunque non si sarebbero potute assegnare in graduatoria), accoglieva servizievole in corso Monforte la soubrette Marysthell Garcia Polanco forte della raccomandazione del premier. “Posteggi pure nel nostro cortile”, si arruffianava il nostro Lombardi. Provo a immaginare cosa provano gli agenti del sindacato di polizia che lunedì scorso all’Infedele furono oggetto della protervia di Marysthell Polanco, accusati di metodi brutali nella perquisizione solo perchè avvenuta alle sette del mattino e in presenza di sua figlia. Apprendiamo che il fidanzato della soubrette veicolava chili (sì, chilogrammi) di cocaina in giro per Milano, guarda caso, con l’automobile di Nicole Minetti. Un bel pacchetto lo teneva nella cantina di Marysthell, in via Olgettina 65. Ma lei osava protestare in tv, forte del rapporto privilegiato concessole dal prefetto Lombardi. Forte con i deboli e debole con i forti. Se avesse dignità, si sarebbe già dimesso.
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